Audiofono – L’intervista di VivaMag
Ciao Audiofono,
Siete insieme da ben sei anni ormai come descrivereste il vostro suono e la sua evoluzione nel tempo?
Ciao! Nel corso di questi anni siamo profondamente cambiati come sound e come identità. Possiamo dire che è stato un lavoro di progressivo perfezionamento e rifinitura del nostro stile, soprattutto per la costante ricerca del grove pop-rock e della valorizzazione del timbro vocale nei brani.
La vostra formazione ha avuto dei cambiamenti durante gli anni? Ritenete che questi possano avere inciso sul vostro stile musicale?
Lo zoccolo duro rappresentato da noi tre ha visto cambiare nel corso degli anni una serie di musicisti che hanno arricchito la nostra esperienza e influito sulle nostre decisioni soprattutto nella ricerca di un genere musicale innovativo e originale. Il contributo che ogni artista che ha lavorato con noi ha lasciato è un ingrediente importante del nostro prodotto, anche se poi la continuità che abbiamo dato noi è alla base dell’evoluzione artistica della band.
Da dove viene la scelta del vostro nome?
Il nome Audiofono nasce da tre aspettative. Il primo è che visto che facciamo musica cantata in italiano deve essere un nome italiano. Abbiamo poi cercato un nome che si riferisca al suono di tutto quello che ci circonda e prendendo spunto dai nomi come Subsonica, Vibrazioni, Deasonika, per citarne alcuni, è nato il nome Audiofono. Il terzo punto è che deve essere un nome facile da ricordare, ma questo lo lasciamo giudicare a voi, ancora non lo abbiamo capito.
Come vivete le esperienze live e il vostro rapporto con il pubblico?
Il live per noi è una esperienza eccezionale e poter interagire col pubblico attraverso le nostre canzoni è il più bel regalo a noi stessi per l’impegno che abbiamo sempre messo in questo progetto. Trattandosi di brani inediti, la soddisfazione è ancora maggiore.
Qual è il live che non potete assolutamente dimenticare? Per quale motivo?
Ricordiamo i primi live con molto piacere, eravamo ragazzi che cominciavano una nuova esperienza, un po’ acerbi musicalmente ma carichi e vogliosi di cominciare.
L’ultimo live, la partecipazione al concorso “Festival dei Talenti”, è la realizzazione di un progetto più robusto e maturo; visto da dentro e da fuori ha sicuramente trasmesso a noi stessi una credibilità maggiore dal punto di vista professionale, e vivere questa esperienza non più come ragazzi ma come artisti è stato in effetti indimenticabile.
A cosa state lavorando ora?
Stiamo realizzando dei brani in vista di un nuovo album. E stiamo realizzando un repertorio acustico per poter realizzare, in una formazione più compatta, delle esibizioni live.
Quali sono le vostre influenze? A chi vi ispirate sia musicalmente sia per quanto riguarda le performance sul palco?
Ognuno di noi ha influenze diverse, dal rock alla musica disco. La fusione in un unico genere pop rock in chiave elettronica è la sfida che ci siamo dati. Non possiamo non avere come riferimento le principali band che operano nel genere, come i Negramaro, i Negrita, i Subsonica, ma anche molte band straniere come Coldplay e Muse.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Nuovo album, nuova promozione musicale e tanti live.
Sara Ferraro