≈ Belize≈ – L’Intervista di VivaMag

≈ Belize ≈ è un progetto nato nell’estate 2013 all’interno di una band di impronta Indie Rock, dove R. e M. scoprono una passione comune per le produzioni Hip Hop e tutto ciò che ne gravita attorno; si uniscono Y. e D. rendendo più ampio il flusso di influenze nel progetto, che prende presto vita grazie all’impiego di idee partorite dai vari background.

Ciao ≈ Belize ≈,

Nel 2016 è uscito il vostro primo e vero album “Spazioperso” come descrivereste il suono che lo caratterizza e in che modo si è evoluto rispetto ai vostri primi lavori? 

Ciao Vivamag,
a differenza di altri progetti abbiamo voluto procedere lavorando ad ogni singolo pezzo singolarmente, con più ordine, senza neanche l’obiettivo di un album a dire il vero, facevamo un pezzo, poi un video, e lo buttavamo fuori (che poi è quello che ora sta succedendo sempre di più, mi vengono in mente i Jungle, o anche Ghali in Italia). In questo modo siamo riusciti a curare con più attenzione suoni e produzione, che sicuramente hanno un ruolo fondamentale nella nostra scrittura. Il suono è il risultato di un tentativo, volevamo fondere dei beat molto ghetto presi dal mondo hip hop, come ad esempio Dj Shadow e J Dilla e provare ad unirli con melodie più da cantautorato italiano. Ad ogni modo ogni canzone è nata più da un suono che da una melodia o un testo.

La copertina dell’album salta subito all’occhio, come avete avuto questa idea? 

Per le grafiche ci siamo sempre affidati ad Aloha Project, che è un amico e ci segue dall’inizio. Ha avuto carta bianca, le canzoni parlano sostanzialmente di crescita e cambiamento (di luoghi, di tempi) che anche lui ha vissuto e quindi ha sinteticamente rappresentato la fortuna: la dea bendata come simbolo occidentale, e il gatto maneki neko come simbolo orientale (Riccardo vive a chinatown ndr).

Nel 2016 avete anche pubblicato il video ufficiale di “Bovisa a Mano Armata”, estratto dell’album, ci raccontate un po’ quella che è l’idea di fondo, come è stato girato e chi ha contribuito? 

è stato uno dei pezzi più difficili da partorire in assoluto, ci abbiamo voluto mettere tante cose dentro (forse anche troppe) e siamo riusciti a trovare una chiusa solo grazie alla persona che ci ha aiutato a produrre l’album, Simone Lanza aka Waxlife. Due di noi hanno studiato in Bovisa, e avendo vissuto situazioni un po’ particolari -chi ci studia capirà- abbiamo voluto raccontarla per come l’abbiamo vissuta, a metà tra l’ironico e il didascalico – un piccolo Bronx dietro casa. Il video è stato pensato e realizzato da Francesco Roma (Gouton Rouge / The Scientifics). È il primo (e ad oggi unico) video dove ci siamo noi protagonisti, che giochiamo a fare i duri. Volevamo far vedere la parte più “cupa” di Milano e lo abbiamo girato in una settimana, tutte le notti fino alle 6 di mattina. Una bella impresa, considerando che non siamo stati arrestati per aver appiccato un fuoco in luogo pubblico, possiamo ritenerci fortunati.

Tornando a domande un po’ più generali: il nome ≈ Belize ≈ ha un significato particolare per voi? Perchè l’avete scelto? 

Era il periodo in cui era esplosa la bolla “Breaking Bad” e lì il Belize veniva nominato come luogo in cui si mandava la gente a morire; ci sarebbe piaciuto avere un nome breve e che suonasse esotico, quindi abbiamo pensato che fosse adatto. Le ondine sono arrivate dopo perché abbiamo scoperto che esistono degli altri Belize ispanici (loro suonano l’ukulele, che noi non suoniamo).

Come descrivereste il vostro suono? 

Notturno, ritmato, malinconico, urbano.

Chi sono i gruppi che vi hanno più influenzato? 

Se abbiamo iniziato a fare musica insieme è solo grazie all’ascolto di Entroducing di Dj Shadow. Ora abbiamo una playlist (segretissima) su spotify che continuiamo ad aggiornare con tutte le canzoni che hanno qualcosa che ci piace. Per farti un esempio puoi trovarci dentro Duke Ellington come Sferaebbasta. In ogni caso la vera influenza viene dalle nostre band precedenti in cui abbiamo potuto imparare un sacco e sviluppare un idea di suono più matura.

Chi scrive i testi? Da dove viene la vostra ispirazione? 

I testi li scrive Riccardo con qualche eccezione, come 24/7 e Due che vedono la partecipazione di Niki Campagnoli aka Disa. Non so se sia giusto parlare di “ispirazione” i nostri testi sono semplicemente dei brevi racconti di quello che ci succede o ci è successo in questi anni. Per farti un esempio, se questo disco parla principalmente del periodo universitario…il prossimo parlerà solo di partita iva.

Molti gruppi che rientrano in questo genere decidono di cantare in inglese, come mai voi invece avete scelto l’italiano? 

Non è mai stata una decisione vera e propria, quando abbiamo scritto il nostro primo pezzo (due) sono uscite in modo spontaneo delle frasi in italiano e abbiamo continuato su quella linea. Inoltre cantavamo in italiano anche nelle nostre band precedenti, e abbiamo sempre ascoltato un sacco di musica cantata in italiano. Non dico sia stata una scelta obbligata, ma sicuramente la più spontanea.

Come lo sentite il vostro rapporto con il pubblico? 

Di base se ci piace andare a suonare in giro per l’Italia è si per proporre la nostra musica, ma anche per conoscere gente nuova e stringere nuove amicizie. Attraverso i social, in particolare instagram (#noisiamoibelize) riusciamo ad avere un rapporto stretto, condividendo anche nostri momenti più privati. Poi oh, finchè non ci chiedono selfie, va tutto benissimo.

Quali sono i vostri programmi per adesso e quali quelli per il futuro? 

Stiamo scrivendo cose nuove e cercando nuovi suoni per cercare di non ripeterci. Stiamo anche portando avanti un progetto con Aloha Project che vedrà luce verso l’estate. Nel frattempo abbiamo preparato un live diverso da quello che abbiamo portato in giro fino ad adesso, più elettronico e intimo con alcune canzoni riarrangiate. Lo abbiamo già poposto nelle ultime date e a breve incominceremo a portarlo in giro per l’Italia grazie a BPM Concerti, Collettivo HMCF e Ghost Records.

 

Sara Ferraro

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