Calibro 35: intervista esclusiva per Vivamag
In attesa di poterli ascoltare dal vivo domenica 27 luglio 2014 in occasione della serata finale del Black & Blue Festival, Vivamag ha realizzato un’intervista esclusiva ai Calibro 35. Ecco cosa ci hanno risposto Tommaso Colliva e Massimo Martellotta.
Intervista di Vincenzo Morreale, foto di Francesco Balatti
Sono passati alcuni anni dal vostro ultimo concerto a Varese (al Twiggy Club di via De Cristoforis). Domenica 27 luglio sarete i protagonisti del palco dei Giardini Estensi nel cuore della città giardino. Che tipo di legame avete con il pubblico italiano e in particolare con quello della nostra città?
L’Italia è un paese bellissimo da girare. Ci sono città relativamente vicine che molto spesso però non hanno pubblici comunicanti per cui, per una band come noi, girare la penisola in lungo e in largo diventa proprio una necessità. Tornare a Varese dopo un bel po’ di tempo, specialmente in una location così suggestiva, è il miglior modo di provarlo. Varese è un territorio forse non troppo noto per ragioni musicali ma a torto; nel vostro territorio esistono diverse realtà – penso a Ghost Records e allo studio La Sauna, ad esempio – che sono tra le eccellenze nei rispettivi campi in Italia. Per quanto riguarda il pubblico abbiamo la fortuna di aver consolidato un rapporto molto costante con la nostra fan base per cui sappiamo già che ci sarà da divertirsi.
Cosa si prova nel tornare nella provincia dei laghi fra Milano e la Svizzera: luoghi che per tante delle loro caratteristiche richiamano le ambientazioni dei film da cui traete ispirazione per il vostro progetto? (pensiamo anche a “Una Jena in Cassaforte” di Cesare Canevari, 1968 girato proprio a Varese)
E’ bellissimo immaginarsi parte di un paesaggio, il disco stesso ha subito l’influenza di essere stato registrato in uno studio che si trova a due passi dalle ambientazioni del romanzo. Sicuramente faremo una serata molto più noir del solito.
Cosa dovremmo aspettarci di sentire domenica 27 luglio?
Lo spettacolo che stiamo portando in giro prende spunto in parte dalle nostre ultime pubblicazioni: il disco “Traditori di tutti”, uscito lo scorso anno per Record Kicks, e la colonna sonora del film “Sogni di Gloria”, uscita un mese fa per Tannen Records. A queste si aggiungono ovviamente anche alcuni brani che sono diventati ormai degli immancabili classici nei concerti di Calibro35: le nostre “Notte in Bovisa” e “Convergere in Giambellino” ad esempio ma anche alcune pietre miliari della musica da film italiana come “Summertime Killer” di Luis Bacalov o “La ragazza con la pistola” di Peppino De Luca.
Dente, Agnelli e molti altri: che cosa significa per voi creare musica con collaborazioni illustri?
Quando iniziammo Calibro non ci aspettavamo di collocarci così fortemente in una scena musicale come quella dell’indie rock nostrano ma devo ammettere che proprio questa scena – intesa come addetti ai lavori, media, pubblico e locali – non ci ha mai fatto mancare il suo supporto.
Di fatto il contenitore dell’ “indie” è decisamente multiforme se si pensa che sotto questa definizione si trova di tutto dal cantautorato alla Dente al math-metal degli Zeus e penso che questa varietà e questa coabitazioni di generi non possa che essere positiva.
Riguardo alle nostre collaborazioni, sia individuali che come band, cerchiamo di fare musica che ci piace con persona con le quali condividiamo dei gusti o con le quali pensiamo che quello che facciamo possa essere valorizzato al meglio. In questo senso avere Manuel Agnelli che canta su una nostra colonna sonora o Vincanzo Vasi ospite ad un nostro concerto ci riempie il cuore.
Ultimamente poi è stata una bellissima scoperta lavorare con Serena Altavilla, una cantante strepitosa che potete sentire nei titoli di coda di “Sogni di Gloria”.
Volete parlarci delle sigle che avete realizzato per Rai Radio Uno?
Fare musica per colonne sonore e per sonorizzazioni è uno dei punti del “manifesto costitutivo” del progetto Calibro 35 così come nacque ormai sette anni fa. Negli ultimi anni stiamo riuscendo ad avere la possibilità di cimentarci in moltissime imprese in questa direzione e ne siamo davvero entusiasti. Confrontarsi con la scrittura di musica di sottofondo e di sigle, come successo adesso con Radio Uno ma ancor prima con Isoradio, obbliga ad avere un atteggiamento molto diverso nei confronti della musica capendo le necessità dei collaboratori e la funzione che la musica stessa deve ottemperare. Inoltre, volendo essere in parte fedeli alla tradizione italiana in questo campo, ci permette di studiare e riscoprire altre musiche composte da Maestri con la “M” maiuscola come Morricone, Umiliani e Bacalov – giusto per citarne tre.
Il vostro nuovo lavoro, la colonna sonora del film “Sogni di Gloria” del collettivo John Snellinberg, quali novità porta nel vostro modo di scrivere?
Confrontarci con la scrittura e la realizzazione di musiche per una commedia è stato molto diverso dalle nostre colonne sonore precedenti che avevano più a che fare con ambientazioni poliziesche.
In una commedia i dialoghi sono importantissimi e non bisogna coprirli, sottolineando il registro di volta in volta. La collaborazione col Collettivo Snellinberg è stata ottimale sotto questo aspetto; sono riusciti a spiegarci cosa volevano in maniera molto scrupolosa senza per questo legarci in alcun modo artisticamente… se potessimo faremmo una colonna sonora per loro ogni anno!
Quali progetti avete per l’immediato futuro?
Faremo un concerto speciale riproponendo lo spettacolo “Indagine sul cinema del brivido” il prossimo 2 agosto a Locorotondo. Ci sarà un ensemble allargato con sezione fiati, archi, percussioni e la presenza di tanti ospiti a cominciare da Serena Altavilla, Sebastiano De Gennaro, Francesco Bucci e Daniela Savoldi.
Si ringraziano Ghost Records e Pitbetulla