Campos – Umani, vento e piante

Artista: Campos
Album: Umani, vento e piante
Etichetta: Woodworm
Voto: 8,5

C’è sempre qualcosa che mi ipnotizza quando ascolto la musica dei Campos. Sì, ipnosi è la prima parola che mi viene in mente se penso a questo trio nel quale sono inciampata per caso, qualche tempo fa, al Never Was Radio Festival di Corgeno. Là avevo avuto la chance di ascoltare “Viva”, primo lavoro dei Campos, creato a distanza tra Berlino e la Toscana, assieme alla bassista australiana Dhari Vij.
Oggi il gruppo è costituito da Simone Bettin, Davide Barbafiera e Tommaso Tanzini: i tre uniscono ipnoticamente chitarra acustica, basso e percussioni elettroniche, nella creazione di un viaggio sospeso tra realtà e metafora.
Già ai tempi del primo album vi avevo parlato della sensazione di immersione e di viaggio.
Oggi, mentre mi godo il secondo album, “Umani, vento e piante” mi trovo di nuovo sulla spiaggia di un lago. Questa volta è pieno autunno, e la giornata non è né limpida né nebbiosa. Ci sono delle nuvole basse, che scivolano sull’acqua calma del lago. Ogni tanto si sollevano, lasciano filtrare qualche occhiata di sole. L’atmosfera è grigia, ma di tanto in tanto la luce colora le foglie rosse d’autunno. E tutto procede così, ovattato, tra il silenzio delle nuvole e il rumore dell’acqua che si muove lenta vicino a me.
Mi piace descrivervi tutto questo perché possiate immaginare le atmosfere dentro le quali si muovono i personaggi dei Campos. Figure un po’ perse e inquiete, ma in fin dei conti non agitate.
Tra gli arpeggi folk, dolci, rassicuranti, e i rumori elettronici e metallici che turbano volontariamente la calma, c’è la voce, forse un po’ meno teatrale rispetto al primo album. Una voce più narrativa, più accogliente. Anche la struttura delle canzoni è più classica, anche se rimangono, originali e peculiari, esperimenti ritmici che stupiscono: “Forse questo è un po’ meno urbano rispetto al lavoro precedente, diciamo leggermente più dream e bucolico” mi suggerisce Davide.
Resta la malinconia, l’incertezza, come in Colibrì, piena di dubbi e di domande, ma allo stesso tempo dolce e speranzosa, positiva. I personaggi di “Umani, vento e piante” sono fragili, non sanno dove sono e tanto meno dove andranno, ma sono proprio per questo incredibilmente umani. La sensazione di sospensione e di vuoto, la percepiamo bene in Senza di te.
In generale mi sembra assolutamente di riconoscere i Campos, la loro identità: malinconia, turbamento e dolcezza sono perfettamente proiettati in musica dalle melodie, dai rumori e dalla voce. Si tratta di un lavoro leggermente più facile all’ascolto rispetto al primo, nonostante rimangano di alto livello la complessità e la precisione, la finezza dell’insieme di tutti i dettagli.
Il nuovo album esce per Woodworm Label, prodotto da Andrea Marmorini (Fast Animals and Slow Kids, La Notte, Wu Ming Contingent) e dai Campos stessi.
Suggeritissimo l’ascolto, possibilmente in condizioni di nebbia o sospensione, in generale. Da godersi.

Sofia Parisi

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