Cara Calma – L’intervista di VivaMag
La struttura dei brani, al primo ascolto, non lascia molto spazio a dubbi o incertezze: siete decisamente cresciuti, con una marcia in più. Cosa vi ha spinti a osare maggiormente?
Cesare: Credo che la voglia di migliorare se stessi sia in ognuno di noi, a volte quello che fa davvero la differenza è la volontà di ascoltarla. Per noi “Souvenir” ha un sapore diverso rispetto al disco precedente; non è stato scritto di getto come il primo, ma ci abbiamo ragionato maggiormente sia a livello di sound che di testi. Il risultato ci ha appagati notevolmente perché siamo riusciti a restare fedeli ai concetti fondamentali che volevamo esprimere facendo indossare alle canzoni un vestito un po’ diverso.
Rodica, il singolo che anticipa l’album, è dirompente, orecchiabile immediatamente; lo ritengo uno dei pezzi migliori di questo nuovo lavoro. Perché lo avete scelto come apripista?
Riccardo: Dal primo istante, già dalle prime bozze, abbiamo capito e percepito che Rodica avrebbe rappresentato per noi qualcosa di importante, sensazione che ci è stata del tutto confermata dalla versione definitiva che abbiamo poi inserito nel disco. È un brano che ci rappresenta, il meno derivativo che abbiamo mai scritto, lo riteniamo il punto di partenza verso la ricerca della nostra identità come band. Abbiamo scelto questa traccia per far capire a chi ascolta “souvenir” che questo disco rappresenta qualcosa di più personale del precedente, assolutamente più “cara calma”.
L’album, Souvenir, contiene i ricordi e le parole conservate, con l’intento di ritrovarle, successivamente, esattamente come recita il titolo del disco. Ci sono momenti che desiderate proteggere, custodire gelosamente?
Gianluca: I momenti belli passati insieme sono sempre tanti, sarebbe quasi impossibile trovarne uno su tutti. Però possiamo dire che la cose migliori di questo progetto sono l’amicizia e la complicità che ci legano e che rendono unica questa famiglia.
Sono presenti collaborazioni degne di nota: Management e Voina. In che modo hanno arricchito, artisticamente parlando, i rispettivi brani?
Fabiano: I featuring per questo disco, come per lo scorso, sono stati scelti con grande attenzione. Ci siamo focalizzati insieme a Karim su alcuni nomi, e abbiamo cercato di capire per ciascuno in che modo avrebbero potuto regalare una marcia in più al pezzo. In questo caso le scelte sono cadute su artisti che amiamo ascoltare, ed assolutamente non per moda o altro. Luca del Management ha donato della sana malinconia ad “Universo”, mentre Ivo ha rincarato alla perfezione la dose di aggressività in “Otto ore”.
Rispetto al passato, il mondo sconfinato dei social, ha mutato l’approccio musicale verso le band emergenti. C’è ancora, secondo voi, la curiosità che spinge gli appassionati nella ricerca di fonti sonore sempre nuove?
Fabiano: In tempi passati crediamo che la componente della scoperta di nuove band fosse presa più seriamente dai fruitori di musica, forse complice il fatto che il (vero) passaparola era decisamente più frequente. C’è però da dire che al giorno d’oggi strumenti preziosi come Spotify sanno guidare in maniera automatizzata l’utente verso una scoperta più mirata ed in linea con i suoi ascolti. Forse però, ci si prova anche un po’ meno gusto.
Melo Sarnicola
(Si ringrazia Stefano Morandini di Tube Agency)