Chaim Potok –

«Certe volte un uomo deve venir costretto a compiere delle scelte, poiché è solo dalle sue scelte che comprendiamo quale uomo egli sia in verità» (La scelta di Reuven).

Ci sono scrittori che vorresti continuassero a scrivere e pubblicare libri anche dall’aldilà. Chaim Potok è per me uno di questi: tant’è che, nonostante siano trascorsi quasi tredici anni dalla sua morte (avvenuta il 23 luglio 2002), alcuni dei suoi lavori, quali ad esempio Io sono l’argilla (1993), Novembre alle porte (1998), L’albero di qui e Zebra e altri racconti (entrambi del 1999), non li ho ancora letti e li conservo per quando verrà il momento giusto.

Chaim Potok è lo pseudonimo di Herman Harold Potok, nato a New York il 17 febbraio 1929 da ebrei immigrati dalla Polonia che diedero al figlio anche il nome ebraico di Chaim, che significa “vita”. Potok cominciò a scrivere racconti quando aveva sedici anni e a diciassette, dopo aver trasmesso un suo manoscritto alla rivista «The Atlantic Monthly», ricevette una nota dell’editore che si complimentava del suo scritto, pur non pubblicandolo. Nonostante i genitori, ebrei ortodossi, lo invitassero a dedicarsi alla scrittura e alla lettura esclusivamente di soggetti ebraici, il giovane Chaim trascorse molte ore nella biblioteca pubblica locale intrattenendosi coi romanzi di Joyce, Mann, Dostoevskij, Hemingway. Molti dei romanzi poi scritti da Potok hanno trovato ambientazione nei quartieri di New York dove lo stesso Potok è cresciuto e in essi si ritrovano anche alcune tracce autobiografiche, come nel caso de Il mio nome è Asher Lev (1991), nel quale il protagonista (Asher Lev, appunto) desidera ardentemente fare il pittore, andando incontro a numerosi conflitti e scontri con il padre, che desidera per il figlio qualcosa di diverso. Mentre Potok alla fine decise di dedicarsi professione di rabbino, dilettandosi con la scrittura e la pittura “solo” in termini di passione da coltivare nel tempo libero, il suo Asher Lev persegue la sua passione pittorica fino al punto di provocare gravi conflitti famigliari. Potok, che in più occasioni dichiarò di sentirsi vicino ad Asher Lev più che a tutti gli altri suoi personaggi, arrivò finanche a realizzare egli stesso il quadro The Brooklyn Crucifixion (La Crocifissione di Brooklyn), che proprio il personaggio da lui ideato aveva dipinto nel romanzo. Altri libri di Chaim Potok che consiglio caldamente, tutti editi da Garzanti, sono: L’arpa di Davita (1989), Danny l’eletto (1990), Il dono di Asher Lev (1990), Il maestro della guerra (1996), La scelta di Reuven (2000), In principio (2000), Vecchi a mezzanotte (2002).

Laura De Bernardi

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