Diaframma – 16 gennaio Circolo Magnolia

Cosa significhi andare oggi a vedere i Diaframma è una domanda che avrà risposte differenti a seconda di coloro che risponderanno. Il Circolo Magnolia era pieno zeppo di fan entusiasti, per quello che è stato il
ritorno della band a Milano dopo un anno di assenza.

Penalizzati dalla sciagurata decisione di utilizzare il palchetto piccolo, quello sistemato di fianco al bar, con una logistica totalmente inadatta ad un concerto (ma evidentemente i gestori del locale non la pensano così), hanno comunque partecipato con entusiasmo per tutti i 90 minuti abbondanti dell’esibizione, scatenandosi in particolare quando, nel finale, il gruppo ha tirato fuori l’artiglieria pesante con Gennaio, Adoro guardarti, Blu Petrolio, e Libra.

Da un anno esatto alla batteria c’è Pino Gulli, che ha fatto parte dei C.S.I. e che aveva già suonato su “Il ritorno dei desideri”. Chitarra e basso sono sempre affidate rispettivamente a Edoardo Piantone e Luca Cantasano, garantendo così una continuità ormai quasi decennale. Il gruppo è quindi affiatato e tira fuori una prestazione assolutamente convincente, con Fiumani che dal punto di vista vocale appare anche molto più in forma del solito.

Non ci sono state novità nel set e del resto non era il caso di aspettarsene: ci sono stati i brani di “Siberia” (che non viene più suonato interamente ma che si ritaglia sempre una bella fetta) e c’è stata un’infilata di pezzi del periodo successivo che, ogni volta che li si ascolta, si capisce che i Diaframma non sono solo quelli del periodo Sassolini (L’odore delle rose, Labbra blu, Vaiano, La mia vita con una dea, Diamante grezzo e tante altre) e ci sono stati alcuni estratti dell’ultimo disco “L’abisso”, che non è una delle cose più belle mai scritte da Fiumani ma che è di gran lunga migliore degli ultimi due.

Che dire dunque? I fan vi diranno che è stato l’ennesimo grande concerto dei Diaframma. Un osservatore esterno risponderebbe forse con un’altra domanda: “Ha ancora senso tutto questo”?

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