Ginah – Meccanica
Artista: Ginah
Titolo: Meccanica
Etichetta: Garage Records/Godfellas
Voto: 7/10
L’erede di Sorry for the delay giunge con qualche anno di ritardo (sarà il titolo a precederne la cadenza?), ma l’entrata in scena avviene comunque con la diligenza di chi, come i Ginah, pensa prima di agire. La calma contenuta nel disco si fa portavoce delle precedenti esperienze discografiche, che hanno permesso al trio veneto, di esplorare territori nuovi, senza soffermarsi nelle lande solitarie, indentificative del loro primo lavoro. Indubbia la crescita emotiva, la maturità strumentale, che permette il balzo verso un’emancipazione strutturale e compositiva. C’è, inoltre, una voglia di esplorare, una marcia in più; forse dettata dalla sicurezza acquisita con il tempo, con l’estro e l’attitudine dinamica che contraddistingue il complesso di musicisti impegnati, per l’ennesima volta verso orizzonti impraticabili da altri. Primavera marchia l’incipit, sottolineando le sferzate di vigore che essa contiene. Non vi ritrovo la noia della banalità, ma l’energia pura, che con sincera passione ristabilisce un legame, interrotto (forse) dalla pausa tra un lavoro e il successivo. Tutto torna. L’architettura melodica, curata nei minimi dettagli, non tradisce aspettative, regalando continuità sequenziale tra gli spazi, tra i pieni e i vuoti di una memoria labile, come la leggerezza di chi ascolta, ma con gli occhi chiusi. Con una ritmica sostenuta, da distorsioni e psichedelia, Meccanica sembra un intervallo, un momento per riflettere, senza pensieri: nevermind. La monumentale Polvere conduce questo lento incedere verso la chiusura, un fanalino di coda che non disturba, che accompagna l’ascoltatore in un viaggio senza fine, nello spazio siderale, nella pace dei sensi.