Goldfish Recollection – EP
Artista: Goldfish Recollection
Titolo: S/T
Etichetta: Autoprodotto
Voto: 7.5
Caratterialmente, Varese avrebbe tutte le caratteriste necessarie per fungere da ideale sfondo alla nascita di nuovi movimenti musicali. Città di confine, clima rigido e una quasi cronica tendenza alla narcolessia culturale. Con le dovute cautele, Varese potrebbe connotarsi come una piccola Seattle del Nord Italia o una Manchester dal retrogusto prealpino. Ma come spesso accade, la pratica è ben distante dalla teoria e la città dei laghi, continua a sonnecchiare amabilmente sui suoi lidi.
Ogni tanto, però, capita che qualcosa scuota il torpore e faccia diradare un po’ le nebbie invernali, portando in dote la speranza di una nuova luccicanza.
L’omonimo l’E.P. d’esordio dei giovani Goldfish Recollection, rappresenta una boccata d’aria fresca, in un panorama avaro di produzioni originali degne di nota e orientato alla tributaria dipendenza da cover. I quattro brani dei ragazzi di Gavirate, descrivono ideologicamente il meltin’ pot che si respira dalle nostre parti, mescolando elementi provenienti da generi diversi, al fine di creare un sound molto personale e caratteristico.
Il singolo Stoned, nella suo notturno ondeggiare, fonde elementi reggae con veli di chitarra tipicamente gilmouriani, il tutto condito da una voce a metà fra Alex Turner degli Arctic Monkeys e Johnny Borrell dei Razorlight. Ed è proprio l’indie anglosassone di inizio decennio a marcare a fuoco Dibby, potenziale crack da dancefloor e brano migliore dell’EP. La floydiana suite conclusiva di Letter, invece, lascia un po’ di amaro in bocca, solo perché chiude il gustoso antipasto che il quartetto ha voluto concederci in attesa di una prova sulla lunga distanza. Nonostante qualche leggerezza, l’esordio dei Goldfish Recollection riesce a convincere l’ascoltatore, lasciando presagire un brillante futuro, in attesa di conferma.
Simone Vitillo