Il cinema ai tempi del virus – alcuni titoli da riscoprire

Nelle ultime settimane, si sa, l’argomento principe di tutti i quotidiani, salotti televisivi ed ovviamente telegiornali è il COVID-19, meglio noto come Coronavirus. Tra quarantene ed isolamento, decreti e restrizioni, i ritmi frenetici della vita quotidiana hanno subito una battuta d’arresto. E se la regola più importante da seguire in questi giorni è quella di stare a casa il più possibile, non preoccupatevi dell’allarme noia: ci pensano i film a tenerci compagnia! Da quasi trent’anni a questa parte, molti registi si sono occupati, con frequenza sempre maggiore, di virus altamente contagiosi ed epidemie letali. C’è chi lo ha fatto attenendosi ai toni dell’horror e chi, invece, ha preferito esplorare i risvolti più drammatici delle situazioni presentate. Per i più temerari ma anche per chi vuole tentare di esorcizzare la paura da contagio, proponiamo un viaggio (almeno qui possiamo farlo!) tra i film più importanti che portano sullo schermo storie di epidemie.

Uno dei titoli più rappresentativi della situazione attuale è “Contagion” (2011). Diretto da Steven Soderbergh, il film sembra essere una premonizione di quello che sta succedendo in queste settimane. Beth Emhoff (il Premio Oscar Gwyneth Paltrow) muore poco dopo essere tornata da un viaggio d’affari ad Hong Kong, presentando sintomi simili a quelli dell’influenza. Grazie alle ricerche di alcuni studiosi, si scoprirà che la paziente ha contratto il virus MEV-1, derivante dai pipistrelli e dai maiali e che colpisce i polmoni e il sistema nervoso. Il film, che vanta un cast stellare (tra gli altri, Jude Law, Kate Winslet e Marion Cotillard), è diventato nelle ultime ore uno dei titoli più ricercati su ITunes. Analogo per i contenuti trattati e quanto mai attuale in termini di rapidità di contagio è “93 Days” (2016), dramma di produzione nigeriana incentrato sul pericolo di epidemia di ebola del 2014 presente nel Paese africano, contenuta grazie al lavoro di un gruppo di operatori sanitari di un ospedale di Lagos. Il film, disponibile su Netflix, è diretto da Steve Gukas e vede tra i suoi interpreti Danny Glover. La velocità di diffusione del virus è al centro anche del film “Blindness” (2008), il film drammatico liberamente ispirato al romanzo Cecità (Feltrinelli, 1995) di Josè Samarago. Nella pellicola, la misteriosa epidemia che si espande tra la popolazione rende le persone cieche. Tra i protagonisti del film, che apre il Festival di Cannes del 2008, ritroviamo Mark Ruffalo e il Premio Oscar Julianne Moore. Tornando indietro nel tempo, precisamente fino al 1980, spicca tra le produzioni giapponesi il film “Ultimo rifugio: Antartide”. Nella pellicola, una piccola fiala contenente il virus MM88 si rompe accidentalmente sulle Alpi, per diffondersi inesorabile in tutto il mondo. La pandemia, nota come “Influenza italica”, non lascia scampo alla popolazione mondiale, che in poco tempo viene annientata. Unici sopravvissuti al virus sono gli 863 scienziati stanziati in Antartide, gli unici in grado di ripopolare il pianeta. Quindici anni dopo esce nelle sale statunitensi “Virus Letale” con protagonisti, tra gli altri, Dustin Hoffman, Kevin Spacey e Morgan Freeman. Il film racconta lo sforzo compiuto da alcuni ricercatori nell’ indagare e fermare la diffusione di un nuovo tipo di virus, simile all’ebola ma più potente, che non si trasmette per via aerea e che porta alla morte in meno di 72 ore. Secondo alcuni, il film rappresenterebbe una metafora dell’AIDS. Rimanendo sul tema epidemia ma cambiando totalmente genere, è da citare “Cabin Fever” (2002), l’horror diretto da Eli Roth che vede coinvolti cinque ragazzi alle prese con la fascite necrotizzante contratta da un cane. Nel film, il virus altamente letale si diffonde tramite l’acqua potabile.

Una variante sul tema del contagio è poi rappresentata da tutti quei film in cui le vittime delle epidemie si trasformano in creature mostruose. “Resident Evil” (2002) è uno dei titoli che rientrano in questa categoria. Diretto da Paul W. S. Anderson, il film è ispirato all’omonima serie di videogiochi survival e vede Alice (Milla Jovovich) combattere contro gli zombie infettati dal Virus T, creato artificialmente e che dopo poco tempo contagia i laboratori della multinazionale farmaceutica Umbrella Corporation. Nel 2007 esce nelle sale “Io sono leggenda”, diretto da Francis Lawrence (Constantine, Hunger Games) ed ispirato all’omonimo romanzo (Fanucci, 1954) di Richard Matheson. Qui, Robert Neville (l’ex principe di Bel Air Will Smith) è l’unico uomo sopravvissuto alla pandemia generata dal virus del morbillo geneticamente modificato che ha ucciso gran parte della popolazione e ha trasformato la restante in vampiri mutanti. La versione cinematografica del 2007 è, in realtà, la terza basata sul libro di Matheson e anche quella che stravolge maggiormente la trama originale. Le altre due versioni, infatti, sono “L’ultimo uomo della Terra” (1964, di Sidney Salkow e Ubaldo Ragona) e “1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra” (1971, di Boris Sagal). Anche il Premio Oscar Brad Pitt è protagonista, nel 2013, della trasposizione cinematografica di un romanzo su un’epidemia: si tratta del film “World War Z”, tratto dal libro World War Z. La guerra mondiale degli zombi (Cooper, 2015) di Max Brooks . Come suggerito dal titolo, il film diretto da Marc Forster narra di un’infezione che, partendo da Filadelfia, trasforma la popolazione mondiale in mutanti simili a zombie. Sarà compito di Gerry Lane riprendere il suo lavoro da investigatore delle Nazioni Unite e partire alla ricerca di un antidoto. Analogamente a “World War Z”, anche il film sudcoreano “Train to Busan” (2016) vede i protagonisti Seok-woo e la figlia Soo-an intenti a sopravvivere agli zombie che viaggiano con loro sul treno della Korea Train Express. Nel film, infatti, un virus di cui non si conosce l’origine, trasforma le persone in zombie e costringe il governo della Corea del Sud a mettere in atto la legge marziale. Last but not least, il film di Danny Boyle “28 giorni dopo” (2002). Qui, il protagonista Cillian Murphy si risveglia nella terapia intensiva di un ospedale londinese, appunto, 28 giorni dopo che due animalisti liberano degli scimpanzè a cui era stato iniettato un virus altamente contagioso, capace di trasformare le persone in soggetti violenti e altamente aggressivi.

Anche se non fa parte della categoria dei film, non si può non menzionare in questo macro gruppo la fortunata serie televisiva “The Walking Dead”. In un mondo post-apocalittico, il vice sceriffo Rick Grimes si risveglia in ospedale dopo uno scontro a fuoco: intorno a lui non ci sono medici e pazienti, ma cadaveri. Rick capisce che il virus esistente già prima del suo ricovero si è diffuso e ha trasformato gran parte della popolazione in morti che camminano. La serie è arrivata alla sua decima stagione e ha ricevuto una candidatura ai Golden Globes nel 2011 come miglior serie drammatica. Esistono molti altri film che raccontano in maniera più o meno verosimile l’argomento del contagio da virus e, cessata l’emergenza, saranno molti i registi che porteranno sullo schermo la vicenda del Coronavirus. Chi sarà il primo?

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