Il cinema degli anni Duemila – i titoli da riscoprire
La nostra rassegna dedicata ai migliori film dell’epoca contemporanea è giunta ad un punto di svolta, ovvero l’inizio del nuovo millennio. Gli anni Duemila sono caratterizzati da eventi tragici, come la caduta delle Torri Gemelle e altri imprescindibili, come la diffusione dei social network. Tale contesto storico si riversa nelle filmografie dei registi di tutto il mondo, che propongono nei loro film tematiche ancora inesplorate. Ecco allora alcuni tra i migliori film del decennio che vale la pena di vedere o riscoprire!
Alcune delle produzioni più significative di questo periodo sono adattamenti di romanzi fantasy o di graphic novel. In soli tre anni (2001-2003), “Il signore degli anelli” di Peter Jackson batte qualsiasi record: la trilogia incassa complessivamente quasi tre miliardi di dollari e, su trenta candidature agli Oscar, se ne aggiudica diciassette, diventando la saga più vittoriosa della storia. Dal 2000 al 2009, J. K. Rowling vede trasposti sul grande schermo sei dei suoi sette romanzi di “Harry Potter”: dalla Pietra Filosofale al Principe Mezzosangue, “il bambino che è sopravvissuto” coinvolge il pubblico di ogni età.
Nel 2003 appare per la prima volta sullo schermo Capitan Jack Sparrow, alias Johnny Depp in quello che è considerato da tutti il suo personaggio più riuscito. I primi tre capitoli della saga “Pirati dei Caraibi” (gli unici che valga la pena di ricordare) vengono diretti da Gore Verbinski dal 2003 al 2007. Infine, è d’obbligo citare la trilogia di “Spiderman” diretta da Sam Raimi (2002-2007). Nonostante i successivi rifacimenti con protagonisti Andrew Garfield e Tom Holland, a detta di molti il Peter Parker di Tobey Maguire sarebbe ancora il migliore!
Tra le novità più interessanti del cinema degli anni Duemila è centrale il successo inaspettato del documentario. Il regista statunitense Michael Moore si fa promotore del genere, mostrando uno spirito critico verso le contraddizioni del suo Paese. Dopo “Roger & Me” (1989), Moore torna con quello che sarà il suo più grande successo, “Bowling a Columbine” (2002). Il film, Premio Oscar per il miglior documentario, è una feroce critica verso l’uso delle armi negli Stati Uniti. “Fahrenheit 9/11” (2004), che si aggiudica la Palma d’Oro al Festival di Cannes, tratta dell’attentato alle Torri Gemelle e di come l’allora Presidente George W. Bush abbia gestito la crisi.
I registi che avevano avviato la loro carriera negli anni Novanta proseguono con successo il loro lavoro. Nel 2003 Quentin Tarantino conquista il pubblico con “Kill Bill”: Uma Thurman è la sposa in cerca di vendetta in una pellicola che rende omaggio a diversi generi, dallo Spaghetti Western alle produzioni orientali sulle arti marziali. Nel 2004 esce nelle sale il sequel “Kill Bill: Volume 2”, mentre cinque anni dopo Tarantino cambia completamente ambientazioni con “Bastardi senza gloria”. Inizialmente, Leonardo Di Caprio era stato scelto per interpretare il colonnello Hans Landa, ruolo poi affidato a Christoph Waltz che vincerà il Premio Oscar. David Lynch torna dietro la macchina da presa con “Mulholland Drive” (2001), considerato all’unanimità della critica come uno dei migliori film della storia del cinema. Nel 2006 il regista chiude (momentaneamente?) la sua filmografia con “Inland Empire”.
L’inarrestabile Clint Eastwood vive negli anni Duemila un nuovo periodo d’oro. In nove anni dirige altrettanti lungometraggi, da “Space Cowboys” (2000) a “Hereafter” (2009) con protagonista Matt Damon. Nel 2003 esce nelle sale il thriller “Mystic River”, tratto dal romanzo di Dennis Lehane. Sean Penn e Tim Robbins vinceranno entrambi il Premio Oscar per le migliori interpretazioni maschili. L’anno seguente, Eastwood raggiunge l’apice del successo con “Million Dollar Baby”, con protagonisti lo stesso Eastwood, Hilary Swank e Morgan Freeman. La struggente pellicola incentrata sul mondo della boxe femminile si aggiudica quattro Premi Oscar tra cui miglior film e miglior regia. Nel 2006 il regista realizza un dittico con “Flags of our Fathers” e “Lettere da Iwo Jima”. Infine, nel 2008 pubblico e critica accolgono positivamente sia “Gran Torino” che “Changeling”, con protagonista un’intensa Angelina Jolie.
Il primo decennio del nuovo millennio è anche il periodo in cui registi emergenti si affermano tra i grandi nomi di Hollywood. Nel 2000 Christopher Nolan sbalordisce pubblico e critica con “Memento”, costruito su un montaggio destabilizzante: ogni scena è interrotta dopo 15 minuti, fornendo allo spettatore le stesse informazioni che conosce il protagonista. “Insomnia” (2002) e “The Prestige” (2006) seguono, come tutti i film di Nolan, il tema del doppio. In questo decennio, il regista britannico dà il via al progetto su Batman, considerato il migliore in assoluto. Nel 2005 esce “Batman Begins”, seguito nel 2008 da “Il cavaliere oscuro”, dedicato alla memoria di Heat Ledger che qui regala un’interpretazione magistrale nei panni del Joker, la nemesi di Batman.
Wes Anderson e Tim Burton trattano, ognuno con lo stile che lo contraddistingue, il tema della famiglia e della paternità. Con “I Tenenbaum” (2001), Anderson si addentra nella psicologia familiare, i cui equilibri precari verranno ristabiliti solo con la redenzione del padre Gene Hackman. Il rapporto padre-figlio è centrale anche ne “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” (2004), con protagonista Bill Murray. Tim Burton proietta il pubblico in un mondo decisamente fiabesco con il suo capolavoro “Big Fish” (2003). Qui, sono centrali i racconti del padre Edward Bloom al figlio William. Nel 2005 Burton dirige “La fabbrica di cioccolato”: Willy Wonka, alias Johnny Depp, costruisce il suo impero sui dolciumi andando contro l’etica del severo padre dentista.
Negli anni Duemila, i registi esplorano tutti i generi lasciando un segno indelebile nella storia del cinema. Sebbene siano relativamente recenti, film quali “Il petroliere” di Paul Thomas Anderson (2007) e “Se mi lasci ti cancello” di Michael Gondry (2004), vengono acclamati da critica e pubblico e sono considerati due tra i più bei film di questo decennio. “Il gladiatore” di Ridley Scott (2000) e “Non è un paese per vecchi” (2007) dei Fratelli Coen trionfano agli Oscar vincendo nella categoria miglior film. Infine, “Avatar” di James Cameron (2009) è entrato nella storia per aver battuto il record dei maggiori incassi nella storia del cinema.
Anche i cineasti orientali regalano al pubblico di tutto il mondo film memorabili. A inizio decennio, Wong Kar-Wai dirige “In the mood for love” (2000), incentrato sulle relazioni tra due coppie di sposi. Il canale BBC classifica il film al secondo posto tra le migliori pellicole del ventunesimo secolo, preceduto solo da “Mulholland Drive”. Prosegue il successo delle produzioni Ghibli: Hayao Miyazaki dirige nel 2001 “La città incantata”, che vincerà il Premio Oscar due anni dopo come miglior film d’animazione. Seguiranno “Il castello errante di Howl” (2004) e “Ponyo sulla scogliera” (2008).
Infine, anche il cinema europeo non delude le aspettative. Nel nostro Paese, Paolo Sorrentino viene acclamato dalla critica per il film “Il divo” (2008), che ritrae la vita del senatore Giulio Andreotti. In Francia, “Il favoloso mondo di Amélie” di Jeanne-Pierre Jeaunet (2001) ha un successo straordinario, attirando nelle sale più di otto milioni di spettatori. “Le vite degli altri” di Florian Henkel von Donnersmarck (2006) indaga lo scenario della Berlino Est controllata dalle spie della Stasi. Infine, Pedro Almodòvar trionfa agli Oscar con “Parla con lei”, che si aggiudica la statuetta per la miglior sceneggiatura originale nel 2003.