Il cinema degli anni Duemila, volume 2 – I titoli da riscoprire

Il nostro viaggio (virtuale) attraverso il cinema contemporaneo è giunto alla sua ultima tappa. Gli anni che vanno dal 2010 al 2019 hanno regalato al pubblico mondiale pellicole difficilmente dimenticabili. Dai film drammatici alle commedie, passando dai biopic ai noir, fino ad arrivare agli horror e alla fantascienza, nulla viene lasciato al caso. Nel decennio appena trascorso, registi e sceneggiatori si sono divertiti a sovrapporre e mescolare generi completamente diversi. Ecco allora i migliori titoli da scoprire o rivedere!

I primi anni del decennio segnano un ritorno deciso di Martin Scorsese dietro la macchina da presa. Il sodalizio con Leonardo Di Caprio prosegue con “Shutter Island” (2010) e “The Wolf of Wall Street” (2013), sulla vita del broker Jordan Belfort. Raggiunto il successo globale con “The Fighter” (2010), David O. Russell sceglie come protagonista dei suoi successivi tre film Jennifer Lawrence. L’attrice vincerà l’Oscar per “Il lato positivo” (2012) e verrà candidata anche per “American Hustle” (2013) e “Joy” (2015). Il Premio Oscar Katherine Bigelow torna con un altro film bellico, “Zero Dark Thirty” (2012) con protagonista Jessica Chastain.

Le produzioni francesi accolgono il favore di pubblico e critica in tutto il mondo. “Quasi amici” (2011) di Olivier Nakache e Èric Toledano è il secondo maggior successo di tutti i tempi, preceduto solo da “Giù al Nord” (2008). Nello stesso anno, il film muto e in bianco e nero “The Artist” di Michel Hazanavicius vince il Premio Oscar come miglior film. Infine, “La vita di Adele” (2013) di Abdellatif Kechiche si aggiudica la Palma d’Oro a Cannes. Le pellicole autoriali di due cineasti danesi affiancano le grandi produzioni hollywoodiane, da “Les Misérables” di Tom Hooper (2012) a “Rush” di Ridley Scott (2013). Nicolas Winding Refn dirige Ryan Gosling in “Drive” (2011) e in “Solo Dio perdona” (2013). Lars Von Trier, invece, si guadagna il consenso della critica con i due progetti “Melancholia” (2011) e “Nymphomaniac” (2013), quest’ultimo diviso in due volumi.

Nel 2014 il regista canadese Xavier Dolan si aggiudica il Premio della Giuria al Festival di Cannes con “Mommy”. “Lo sciacallo” di Dan Gilroy e “L’amore bugiardo” di David Fincher sono i thriller dell’anno, interpretati magistralmente da Jake Gyllenhaal e di Rosamund Pike. James Marsh e Morten Tyldum adattano le biografie di Stephen Hawking e di Alan Turning nei film “La teoria del tutto” e “The Imitation Game”. Nel 2015 il pubblico è catturato dall’adrenalina dei film “Sicario” di Denis Villeneuve e di “American Sniper” di Clint Eastwood. Nello stesso anno, anche il genere Sci-fi è coronato dal successo. “Mad Max: Fury Road” di George Miller e “The Martian” di Ridley Scott ottengono importanti riconoscimenti e vengono apprezzati in tutto il mondo.

Con “The Hateful Eight” (2015) di Quentin Tarantino, Ennio Morricone vince (finalmente!) l’Oscar per la migliore colonna sonora. “Il caso Spotlight” di Tom McCarthy (2015) è il miglior film dell’anno. Esso narra dell’inchiesta condotta dal quotidiano The Boston Globe sui casi di pedofilia nella Chiesa Cattolica. Tom Ford riscrive le regole del noir con “Animali Notturni” (2016): Jake Gyllenhaal e Amy Adams interpretano due ex coniugi legati da un manoscritto sconcertante. Lo stesso anno arrivano sugli schermi “La La Land” di Damien Chazelle e “Moonlight” di Barry Jenkins. Le due pellicole saranno vittime di un equivoco alla serata degli Oscar l’anno successivo. Warren Beatty e Faye Dunaway decretano come vincitore il primo, scoprendo poco più tardi che il miglior film dell’anno è invece “Moonlight”.

Conclusi i progetti de “Il cavaliere oscuro” e “Interstellar” (2014), Christopher Nolan racconta dell’Operazione Dynamo in “Dunkirk” (2017). Saoirse Ronan e Margot Robbie regalano interpretazioni straordinarie rispettivamente in “Lady Bird” (2017) di Greta Gerwig e in “Tonya” (2017) di Craig Gillespie. La statuetta per la migliore attrice protagonista andrà però a Frances McDormand per il suo ruolo in “Tre Manifesti a Ebbing, Missouri” (2017). Nello stesso anno, grandi cineasti quali Steven Spielberg e Paul Thomas Anderson mettono a segno altri successi con “The Post” e “Il filo nascosto”. Il regista emergente Jordan Peele sorprende invece le platee con l’horror “Scappa-Get Out”.

Nel 2018 si fanno strada tra i colossi hollywoodiani alcune produzioni straniere di grande successo. Il regista polacco Pawel Pawlikowski narra di una travagliata storia d’amore ai tempi della Guerra Fredda in “Cold War”. “Un affare di famiglia”, del cineasta giapponese Hirokazu Kore’eda, racconta del riscatto di una bambina presso la sua nuova famiglia. Il film vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Negli Stati Uniti continua il successo del genere horror con “A Quiet Place” di John Krasinski (qui anche attore) e “Hereditary” di Ari Aster.

Nello stesso anno, due biopic molto diversi tra loro affascinano il pubblico. “Bohemian Rhapsody”, di Bryan Singer e Dexter Fletcher, segue da vicino le vicende della band britannica Queen. “Green Book” di Peter Farrelly si ispira invece al legame d’amicizia tra il pianista afroamericano Don Shirley e il suo autista italoamericano Tony Lip Vallelonga. Yorgos Lanthimos gioca coi toni grotteschi in “La Favorita” con protagonista il Premio Oscar Olivia Colman.“Black Panther” di Ryan Coogler entra nella storia come il primo film sui supereroi ad essere candidato come miglior film.

L’anno che è appena passato riconosce al cinema coreano una notevole visibilità. “Parasite” di Bong Joon-ho è premiato con la Palma d’Oro a Cannes e trionfa agli Oscar 2020. Jordan Peele e Ari Aster proseguono con successo il loro cammino nel genere horror, rispettivamente con “Noi” e “Midsommar”. Sam Mendes utilizza magistralmente la tecnica del piano sequenza in “1917”. Martin Scorsese collabora con i tecnici della Industrial Light & Magic per l’effetto di ringiovanimento dei protagonisti in “The Irishman”, progetto distribuito sulla piattaforma Netflix. Joaquin Phoenix si aggiudica l’Oscar come miglior attore protagonista per “Joker” di Todd Phillips, attribuendo all’antagonista DC Comics nuove caratteristiche. Taron Edgerton ottiene numerosi consensi per la sua performance nei panni di Elton John nel film biografico “Rocketman” di Dexter Fletcher. Infine, Quentin Tarantino ottiene la sua terza candidatura come miglior regista per “C’era una volta a Hollywood”.

Il decennio appena trascorso rappresenta una rivincita per il cinema messicano. Guillermo del Toro si addentra in mondi fantastici con “Crimson Peak” (2015) e “La forma dell’acqua” (2017), che vincerà il Premio Oscar come miglior film. Alfonso Cuarón dirige Sandra Bullock e George Clooney nel fantascientifico “Gravity” (2013) e nel 2018 si aggiudica la statuetta per il miglior regista per “Roma”. Alejandro Gonzales Iñarritu diviene in poco tempo uno dei registi stranieri più apprezzati. Con i film “Birdman” e “Revenant-Redivivo” vincerà due Oscar per la miglior regia, uno per miglior film e uno per la migliore sceneggiatura originale.

Anche l’Italia non ha niente da invidiare al cinema straniero. Paolo Sorrentino viene consacrato a livello internazionale con “La grande bellezza” (2013), vincitore del Premio Oscar come miglior film straniero. Seguiranno “Youth” (2015) con Michael Cane e Harvey Keitel e “Loro” (2018), in cui Toni Servillo interpreta Silvio Berlusconi. “Perfetti sconosciuti” (2016) di Paolo Genovese detiene il record di remake in lingua straniera. Nel 2017 Luca Guadagnino dirige Timothée Chalamet e Armie Hammer nel sentimentale “Chiamami col tuo nome”. L’anno successivo Matteo Garrone incanta la giuria di Cannes con “Dogman”. Infine, “Il traditore” di Marco Bellocchio trionfa agli ultimi David di Donatello con ben sei premi.

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