Indianizer – Zenith
Artista: Indianizer
Album: Zenith
Etichetta: Musica Altra/Bordello A Parigi
Voto: 8/10
Gli alieni sono atterrati sulla Terra? O forse degli sciamani hawaiani hanno deciso di portare il messaggio dello spirito Aloha in tutto il mondo attraverso la musica? Nessuna di queste due opzioni spiega il miracoloso sound dell’album Zenith degli Indianizer. Infatti, i componenti della band (Riccardo Salvini, Gabriele Maggiorotto, Salvatore Marano e Matteo Givone), sono tutti di origine terrestre e per la precisione provengono da Torino.
Le energie e le esperienze individuali dei quattro musicisti si sono unite per dare origine a Zenith: il loro secondo album in cui le sperimentazioni grezze e selvagge hanno generato otto affascinanti tracce ricche di sonorità psichedeliche.
Dawn è il titolo della traccia che dà il via – come una vera e propria alba – a questo disco ricco di suoni organici, sintetici e quasi spaziali, che avvolgono l’ascoltatore in una pulsazione ritmica costante. Si perde rapidamente la cognizione dello spazio e del tempo; non a caso il brano successivo porta il nome di Hypnosis. Tuttavia quest’ultima traccia, pur mantenendo un ritmo ipnotico, è caratterizzata da un sound “hawaiano” che viene poi ripreso anche in Bidonville (brano realizzato grazie al sapiente uso di improbabili strumenti). La solarità distintiva delle prime tracce viene interrotta dall’irresistibile suono tribale di Get Up, per essere poi ripresa nella traccia Mazel Tov II. Hermanos Nascondidos, Bunjee e Dusk proseguono (e concludono) l’album, nel quale vengono ben miscelati rock progressivo, folk sperimentale e soprattutto psichedelia. Forse sarò ancora sotto gli effluvi di quest’ultima, ma ne consiglio vivamente l’ascolto.
Emmanuele Occhipinti