La New Hollywood e il cinema anni Settanta: i titoli da riscoprire
Continua il nostro viaggio attraverso i film che hanno scritto la storia del cinema contemporaneo. Abbiamo analizzato le pellicole piú importanti degli anni Sessanta: ricordardiamo adesso alcune tra le opere decisive degli anni Settanta, sia in ambito europeo che statunitense. E chissà che la quarantena possa essere il momento giusto per rivederli o scoprirli per la prima volta!
Lo Spaghetti Western si conferma un genere assai prolifico, con una filmografia di oltre 400 titoli. Il film più significativo di questo decennio è “Giù la testa” (1971): Sergio Leone racconta una storia di rapine e banditi ai tempi della Rivoluzione Messicana sulle celebri musiche di Ennio Morricone. La “commedia all’italiana” rispecchia il boom economico che attraversa il Paese in questi anni e, di conseguenza, la società italiana, che da agraria diviene industrializzata. Tre sono i registi di spicco del genere: Dino Risi gira, tra gli altri, “La moglie del prete” (1971, con protagonisti Mastroianni e Loren) e “Sessomatto” (1973). Dopo il successo de “L’armata Brancaleone” del 1966, Mario Monicelli dirige “Brancaleone alle crociate” (1970) e il più celebre “Amici Miei” (1975). Infine, Luigi Comencini si distacca parzialmente dal filone all’italiana con i film “Lo scopone scientifico” e “Mio Dio, come sono caduta in basso!” (1974).
In ambito statunitense, gli anni Settanta segnano un cambiamento decisivo nella produzione. Nasce in questi anni la cosiddetta “New Hollywood”, corrente destinata a proseguire fino ai primi anni Ottanta. Gli under 30 sono i nuovi fruitori delle sale cinematografiche, poiché la televisione trattiene le famiglie tra le mura domestiche. I registi emergenti non imparano più sul campo, ma si formano nelle Università di Los Angeles e New York. Nascono nuove case di produzione indipendenti che mandano in crisi le vecchie majors. I giovani cineasti diventano produttori di loro stessi, godonendo di una libertà autoriale mai conosciuta prima.
Il western si conferma uno tra i generi vincenti del decennio. Nel 1972 esce nelle sale statunitensi “Corvo rosso non avrai il mio scalpo!” di Sidney Pollack. Il film, presentato in concorso al venticinquesimo Festival di Cannes, vede Robert Redford nei panni di Jeremiah Johnson e propone una visione più moderna del rapporto tra Bianchi e Indigeni. L’anno seguente, Clint Eastwood debutta alla regia di film western con “Lo straniero senza nome”, di cui è anche il principale interprete. Qualche anno più tardi, nel 1976, Eastwood replica l’esperimento di regista/attore con “Il texano dagli occhi di ghiaccio”, in cui il protagonista Josey Welles, a differenza del predecessore, ha un nome e mostra un lato molto più umano. Con questa pellicola, il regista si propone come ideale successore di Sergio Leone.
In questi anni lo stesso Eastwood interpreta un altro personaggio destinato alla fama mondiale, Harold Francis Callaghan, meglio noto come Harry la Carogna (Dirty Harry nella versione originale). “Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!” (1971, di Don Siegel) è il primo dei cinque film che seguono le vicende dell’ispettore di polizia di San Francisco. Negli anni Settanta, un altro autore aggiunge alla sua già affermata filmografia due titoli controversi ma di grande effetto. Stanley Kubrick dirige nel 1971 “Arancia meccanica”, che inquieta il pubblico non tanto per ciò che viene rappresentato, quanto per le reazioni più disparate che è in grado di suscitare. Con “Barry Lyndon” (1975) Kubrick accentua ancora di più -se possibile- i suoi tecnicismi. Da un dettaglio di una tela, il regista abbonda di zoom all’indietro e, allo stesso tempo, propone sequenze girate a lume di candela, cosa inusuale fino ad allora.
Francis Ford Coppola si impone in questo decennio con due film imprescindibili per la storia del cinema. “Il padrino” (1972) narra le vicende della Famiglia Corleone e non, come ha affermato l’autore del soggetto Mario Puzo, della criminalità organizzata. Il film si aggiudica tre Premi Oscar nelle categorie di miglior film, miglior attore protagonista a Marlon Brando (il quale, per ragioni politiche, non si presenta durante la premiazione) e miglior sceneggiatura non originale. Nel 1979, pubblico e critica accolgono con entusiasmo “Apocalypse Now”, in cui ritroviamo Marlon Brando nei panni del colonnello Kurtz. Il brano firmato dai The Doors “The End” accompagna in modo imprescindibile la sequenza iniziale, dove viene introdotta dal suono delle pale di un elicottero. Il film si aggiudica le statuette per miglior fotografia e sonoro, mentre il Premio Oscar come miglior film va, nel 1978, ad un altro viet-movie, “Il cacciatore” di Michael Cimino.
Gli anni Settanta decretano l’avvio della carriera registica di tre protagonisti indiscussi della New Hollywood. Steven Spielberg debutta alla regia con “Duel” (1971) e, quattro anni dopo, dirigerà “Lo squalo”. Il film è un mix tra grande maestria tecnica e una colonna sonora incalzante e terrificante scritta da John Williams (il quale, non a caso, si aggiudica il Premio Oscar). Martin Scorsese dirige, nel 1976, “Taxi Driver”. Robert De Niro, attore-feticcio del regista, interpreta l’angelo vendicatore Travis Bickle. Anche in questo caso, le musiche sono scritte da un compositore di eccellenza, Bernard Herrmann. Vi ricordate i “violini urlanti” in “Psyco”? Woody Allen trionfa agli Academy Awards del 1977 con “Io e Annie”. Lo stesso Allen e Diane Keaton sono Alvy e Annie, destinati a vivere una storia d’amore fallimentare. La tipica atmosfera di New York e i toni psicoanalitici tanto amati dal regista fanno da sfondo alla vicenda.
Anche le saghe cinematografiche vivono il loro periodo d’oro in questo decennio. La saga di ”Rocky” inizia nel 1976 e vede Sylvester Stallone nei panni del pugile Rocky Balboa. Stallone riceverà, dopo Charlie Chaplin e Orson Welles, la nomination come miglior sceneggiatore ed attore per la stessa pellicola. Il franchise prosegue fino al 2006 con altri cinque film. La saga delle saghe, “Guerre Stellari”, esce l’anno successivo. Il primo film, ideato e diretto da George Lucas, vince sette Premi Oscar. La saga prosegue il suo cammino fino al 2019 con altri otto film che non seguono l’ordine cronologico della storia.
Nel 1979 esce il primo film della saga di Mad Max “Interceptor”. Diretto da George Miller, il film ha per protagonista Mel Gibson. I sequel del film saranno tre: solamente l’ultimo “Mad Max: Fury Road” (2015) sarà interpretato da Tom Hardy. Last but not least, è da ricordare la saga fantascientifica dai toni horror “Alien” diretta da Ridley Scott. Il primo film omonimo esce nel 1979 e lancia la carriera di Sigourney Weaver, protagonista dei tre sequel successivi.
Infine, gli anni Settanta regalano al pubblico film di successo anche nei generi commedia e musicale. “Frankenstein Junior” di Mel Brooks è un’esilarante racconto comico che, grazie alle interpretazioni di Gene Wilder e Marty Feldman è entrata di diritto nella classifica AFI delle migliori cento commedie di sempre, piazzandosi al tredicesimo posto. Per quanto riguarda i film musicali, “Cabaret” di Bob Fosse (1972) deve la sua efficacia alle scene cantate e danzante ambientate quasi esclusivamente sul palcoscenico. Il film vince otto Premi Oscar tra cui miglior attrice protagonista a Liza Minnelli. Nel 1978, John Travolta e Olivia Newton John interpretano Danny e Sandy in “Grease” di Randal Keiser. Il film, divenuto celebre per i suoi brani musicali, è tratto dall’omonimo musical di Jim Jacobs e Warren Casey.