L’Avversario – Sangue Sangue

Artista: L’Avversario
Album: Sangue Sangue
Etichetta: New Model Label
Voto: 8/10

In una serata come tante passate al Circolo Gagarin di Busto Arsizio, mi sono imbattuto ne “L’Avversario”, pseudonimo dietro al quale si cela Andrea Manenti: cantante, autore e polistrumentista varesino. Sul palco la formazione è composta da chitarra, basso, batteria, voce e tastiera (che fin da subito ha saputo rapirmi). Mi hanno condotto in un vortice fatto di ripetizione ipnotica, suoni minimali dal sapore ultraterreno, ambientazioni nere e testi dalla narrazione ridotta che emergono e si amalgamano a lunghe sessioni strumentali anche grazie all’utilizzo dell’auto-tune. Presentano la loro seconda fatica, “Sangue Sangue”: si tratta di un disco composto da cinque brani molto lunghi che durano da un minimo di 5 ad un massimo di 10 minuti circa, registrati con un approccio onesto (o forse direi più attento alla resa emotiva dei brani) a La Sauna New Recording studio.

L’album apre con la title track, Sangue Sangue, un tuffo a capofitto all’interno di una realtà cupa e materialista, in cui l’essere umano è trattato come una macchina robotica priva di speranza e sentimenti. Cranio è invece una tormentata storia d’amore fatta di immagini quasi tangibili. Seguono una serie di domande disorientanti associate ad una forte influenza jazz che ci introducono ne La città sta male per poi prosegue in maniera più ritmica con La Nebbia, un’illusione che ben presto scade nell’ansia. Il disco chiude con Non Voglio Più Niente, l’evocazione più scarna di un malessere viscerale guidato da chitarra e piano con una voce meno distorta e rassegnata all’immutabile stato delle cose.

Nonostante il minimalismo nero del sound e l’intenzione diretta dei pezzi, si tratta di un ascolto complesso nel quale è necessario perdersi, a costo di rischiare di sprofondare.