L’educazione secondo Nicolai Lilin

Ci ho messo dieci anni prima di ritenere che fosse finalmente arrivato per me il momento giusto per dedicarmi alla lettura di Nicolai Lilin, prendendo le mosse dal suo romanzo d’esordio, quell’Educazione siberiana scritto in italiano e pubblicato da Einaudi nel 2009. È un libro che ha una genesi che qualche scettico ritiene strana e oscura: basti pensare, ad esempio, al fatto, che su espresso divieto dell’autore (russo di origine siberiana, nato nel 1980 a Bender, in Transnistria, oggi Repubblica Moldava), non sia ancora stato tradotto in russo (pur essendo stato tradotto in ben altre trentadue lingue). Nicolai Lilin (vero nome Nicolai Verjbitkii), che vive in Italia dal 2004, in Educazione siberiana racconta la vita di Kolima, un giovane ragazzo siberiano, appartenente al clan degli Urka, “educato” a diventare un “criminale onesto”, che si forma presso quella scuola che ha come aule la strada. Frequentando altri adolescenti guerrieri come lui, Kolima segue gli insegnamenti degli anziani della comunità, quali portano l’esistenza tatuata sulla pelle e che trasmettono con sapienza e rigore il proprio modo di capire il mondo, a partire da quella terra di tutti e di nessuno, crocevia di traffici internazionali dove paradossalmente la ferocia (nei confronti dei nemici) e l’altruismo (nei confronti della comunità di appartenenza) convivono con naturalezza: infatti per le famiglie criminali stanziatesi nel quartiere “Fiume Basso” l’amicizia, la lealtà e la condivisione dei beni hanno una grande importanza  Altri due libri compongono la trilogia parzialmente autobiografica scritta da Lilin: Caduta libera (2010)e Il respiro del buio (2011), che raccontano anche delle esperienze vissute in Cecenia nelle fila dell’esercito russo. Da Educazione siberiana è stato tratto, nel 2013, un film diretto da Gabriele Salvatores con John Malkovic nei panni di Nonno Kuzja.

2 pensieri riguardo “L’educazione secondo Nicolai Lilin

  • 15 Gennaio 2020 in 23:17
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    Ma cara…
    Ci manca una tua opinione sul libro!
    Da leggere o trascurare?
    E quale, dove, sarebbe la (sua) bellezza?

    Con stima
    F. A.

    Rispondi
    • 16 Gennaio 2020 in 09:23
      Permalink

      Ciao Francesca,
      grazie.
      Nicolai Lilin, secondo me, è assolutamente da leggere. A prescindere dal fatto che racconti una realtà più o meno romanzata.
      Sopratutto le pagine finali sono state, sempre per me, ricchissime di spunti di riflessione.
      A presto.

      Laura

      Rispondi

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