Lord Woland – Litanìa

Artista: Lord Woland
Titolo: Litanìa
Etichetta: Retro Vox Records
Voto: 7/10

Con dei trascorsi da “stoner band”, il trio laziale si inoltra con coraggio e cautela verso nuovi orizzonti, sperimentando in primis la lingua italiana nel cantato e, successivamente, il blues, ma quello più psichedelico, post rock venato di grunge “sporco”. I Lord Woland prendono le distanze dal precedente ep, Below, dal quale non mutuano praticamente nulla. Un cambio di rotta costruttivo, esistenziale, che mette a nudo le origini del rock, attraverso la musica nera, con reminiscenze hendrixiane. I riff sono un incipit riconoscibile, un segno distintivo che segna un itinerario musicale ben delineato. Litanìa, per l’appunto, appare da subito come un apripista, un biglietto di presentazione per mettere a nudo le nuove generalità espressive, modulate da effetti semplici, overdrive e distorsori ridotti al minimo. Un puro contorno sonoro che aggiunge morbidezza, evitando “rumori” superflui e inutili lungaggini strumentali. Coscienza resta impressa al primo ascolto; un lick blues facilmente riconoscibile, nello stile, nella costruzione della pentatonica attraverso i box ripetuti mille volte, fino alla noia. Credo sia lecito tentare, osare, crescere musicalmente e poter sognare di suonare brani incredibilmente perfetti, come The Wind Cries Mary. Attraverso i mostri sacri del genere, come Jimi Hendrix, Steve Ray Vaughan, Joe Bonamassa, John Mayer si trasmette e si assorbe l’alta cultura musicale, che spesso rischia di esser bistrattata, emarginandola, pensandola obsoleta. Le band che modificano il proprio pensiero, virando verso il “vecchio” portano con sé un bagaglio non indifferente, che sostengo personalmente e con il quale confrontarsi coraggiosamente.

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