MasCara – L’intervista di VivaMag
Virtualmente, conosco Lucantonio Fusaro, cantante dei MasCara, più o meno da una decina d’anni. Una delle tante conoscenze online, nate fra quelle band che gravitavano attorno ad una scena musicale, quella varesina, soffocata praticamente sul nascere. Conoscenza, che successivamente si è tradotta in collaborazioni di vario genere, alcune mancate per un soffio, altre pienamente riuscite. In occasione dell’uscita del nuovo singolo dei MasCara, Carne e Pixel, è stato quasi naturale ritrovarsi davanti ad una birra, in quello che è il locale incubatore di idee per eccellenza di Varese. Una lunga chiacchierata fra amici che non si vedono da parecchio tempo, fra musica, social network e quei cambiamenti che mettono in discussione il vissuto e il futuro di ognuno di noi.
Iniziamo dal nuovo singolo. Carne e Pixel è uscito da qualche giorno, tuttavia, la macchina promozionale era partita già da qualche settimana.
Si, l’idea di base, è stata quella di creare un contenuto che gettasse un ponte fra due livelli. Il primo, estremamente social e legato alla vita di tutti giorni, ed un secondo, con al centro il video di Carne e Pixel. Era chiaro fin dall’inizio, anche mentre lo giravamo, che sembravano mancare dei tasselli alla storia di fondo, come in un film a cui mancano delle scene. Non potendo raccontare in meno di tre minuti, tutto quello che volevamo comunicare, abbiamo deciso di concepire questo video, come una lunga sequenza finale di un film. Un film, che abbiamo costruito, con un approccio molto particolare.
Ecco, io ho avuto modo di studiare e seguire questa “case history”, praticamente dall’inizio e ho ben chiaro il concept e l’approccio, che c’è alle spalle. Vogliamo parlare di Golden Record, di cosa si tratta e soprattutto, come funziona?
Golden Record è un account Instagram, che abbiamo creato per presentare al pubblico l’applicazione fittizia protagonista del video. Nel profilo, puoi trovare tutte le informazioni relative a questo software, che permette di recuperare la memoria delle persone che ami. Il processo, estremamente semplice, avviene scaricando all’interno dell’applicazione foto, video e file, che vengono poi trasformati in codice. Una volta acquisiti i dati, questo codice viene trasferito al Motherboard System, che abbiamo rappresentato come una sorta di ospedale. Lì, attraverso un particolare trattamento cerebrale, i ricordi tornano a prendere vita proprio grazie al materiale che hai scaricato. Successivamente, Abbiamo inserito un video di presentazione, uno spot vero e proprio, come se fosse davvero un prodotto in commercio. Almeno un paio di questi video, ritraggono la protagonista che utilizza a casa sua l’applicazione, questo perché volevamo che venisse recepita come una sorta di “Alexa”, qualcosa con cui puoi interagire in maniera diretta, senza fronzoli.
In questo profilo, oltre agli spot di Golden Record, abbiamo potuto vedere l’evoluzione di una storia, apparentemente comune, ma di forte impatto emotivo. Una storia, fra le altre cose, che ti vede protagonista in prima persona.
I protagonisti della storia raccontata per immagini, sono una normale coppia dei nostri tempi. Abbiamo voluto mostrare situazioni naturali, dalla vita casalinga, alle uscite in compagnia, fino ai video più buffi. Questo è stato un ulteriore passo, che ci ha permesso di promuovere la cosa in maniera più empatica, permettendo a chi ha seguito il percorso, di affezionarsi ai protagonisti durante viaggio che li ha portati ad arrivare ad utilizzare Golden Record. L’equivoco, sembra aver funzionato, la cosa ha creato dubbi atavici fra le persone che conosco, che si interrogavano sulla mia vita sentimentale. Fra le altre cose, faccio notare che Fatima, non è la mia compagna. (ride)
Gli utenti come hanno reagito? C’è qualcuno che ha “abboccato” allo scherzo e, soprattutto, non hai mai avuto il timore che qualcuno potesse fraintendere il messaggio?
Qualcuno, ad ogni livello, ci ha dato un po’ dei pazzi. A metà del percorso, qualcuno effettivamente ha iniziato scriverci, chiedendoci se si trattasse di qualcosa legato a Netflix, che stava promuovendo una puntata di Black Mirror. Qualcun altro, invece, ha chiesto informazioni sull’applicazione, mettendone in dubbio non tanto l’esistenza, ma il funzionamento. Altri, ad un certo punto, hanno iniziato ad annusare che dietro ci fosse qualcosa legato alla musica, ma più in veste acustica, come suggerivano le immagini. Siamo stati messi in guardia sulla possibilità di essere fraintesi, ma nel nostro approccio spavaldo, sapevamo di avere una portata mediatica limitata. Il bacino d’utenza, era già scremato in partenza e il modo in cui abbiamo trattato la cosa, ha creato sì l’equivoco, ma potevi intercettare il fatto che dietro ci fosse una band.
Portata limitata fino ad un certo punto comunque, vista l’attenzione che Carne e Pixel ha catalizzato. Wired ha condiviso in anteprima il Video, Rumore lo ha inserito fra i 10 migliori clip della settimana e il counter di YouTube cresce di giorno in giorno. Ti aspettavi una reazione simile?
Ci abbiamo lavorato tanto e sapevamo che molte delle risorse economiche e mentali, dovevano essere incanalate in qualcosa che avesse una risonanza molto forte. Risonanza, che abbiamo ricercato con un pezzo significativo e con la produzione di un video, il cui livello qualitativo fosse molto molto alto. Non ci aspettavamo ci fossero date tutte queste opportunità di raccontare Carne e Pixel, oltre al profilo instagram. È stato sicuramente strano, particolare. Anche chi ci aveva persi di vista da un po’, è rimasto colpito positivamente. Questa risposta positiva, ci ha colti alla sprovvista, soprattutto essendo noi stessi consapevoli del fatto, che il pezzo è molto particolare, non facilissimo da assimilare. Tuttavia, ho notato che il video ha aiutato a rendere giustizia a questa particolarità, e per quanto strana, la canzone ha un ritornello molto forte e ha mantenuto una delle caratteristiche fondamentali del nostro suono: Una sorta di crollo emotivo finale, che non ci siamo voluti risparmiare neanche in questo disco.
Carne e Pixel, anticipa anche dei temi che saranno poi trattati in maniera più ampia nel disco. Temi che sono estremamente attuali e riguardano il peso dei social network nelle nostre vite e di una progressiva spersonalizzazione digitale. Qual è il tuo rapporto con i social?
Nel mio caso specifico, ho una relazione di amore/odio con i social. In questi ultimi anni, mi sono accorto di essermi lasciato ferire, da quello che creavano certe dinamiche online. Parte di questo di nuovo disco, è stato scritto, chat alla mano e con la sensazione che ti regalano i social network, ti poterti avvicinare affettivamente e non, a chiunque. Una sensazione, che ti lascia spesso a chiederti cosa ti rimane effettivamente in mano e se le persone, utilizzano davvero solo questo mezzo, per entrare in contatto fra di loro. Siamo partiti dal non avere nulla, a spostarci da MySpace, Youtube, Facebook, Instagram e ora TikTok. Passiamo da un social all’altro, come si fa solitamente con i bar nella vita reale, con la stessa consapevolezza di quello che stiamo facendo, ma in maniera più destrutturata. Se inizialmente, c’era una distinzione fra una vita online e una offline, oggi ogni comportamento che abbiamo sui social, ha una ripercussione sulla psiche di una persona. I più giovani, passando gran parte della loro giornata sui social, sono più consapevoli di questa cosa. Il non seguirsi reciprocamente, è vista come un’offesa e non importa se poi si è amici “fuori”. La fase adolescenziale della socialità, si è conclusa e stiamo entrando in quella che è l’età adulta dei sistemi come Facebook. Un’età che deve fare i conti con i problemi di un vero adulto e delle conseguenze, che può avere lasciare tutta questa libertà. Ad esempio, se permetti ad un nazista, di poter divulgare il suo messaggio, smetti di essere una semplice piattaforma che mantiene in contatto le persone e diventi qualcosa di diverso. Un qualcosa che funge da cassa di risonanza, per temi “adulti” che possono spostare il pensiero di interi bacini d’utenza. Pensare che i social, siano solo un “giochino”, è una stronzata che non possiamo dirci più.
Tornando al Video di Carne e Pixel, oltre a suggerire tanti ed interessanti spunti di riflessione, sembra nascondere un piccolo Trick interattivo. È corretto?
Sì, stiamo ricevendo e raccogliendo i primi screenshot di chi lo ha scovato. Abbiamo inserito una call to action alla fine del video, con cui invitiamo gli utenti a tornare sul profilo di Golden Record. Chi ha trovato la password e ha voluto giocare con noi, si è trovato davanti alla chiusura del cerchio partito con Carne e Pixel.
Il nuovo disco, invece, uscirà ad inizio 2020, ma ho avuto la fortuna di poterlo ascoltare in anteprima. Dentro, ho trovato un mix di influenze e riferimenti davvero insoliti per voi. Ho in mente un po’ di nomi, ma prima di salutarci, vorrei che fossi tu a dirci cosa dovremo aspettarci da questo nuovo album?
Per avere un’identità forte, devi prendere i tuoi colori di base e spingerli fin dove non li hai mai spinti prima, senza avere troppa paura. Soprattutto ora, che in Italia, sembrano tutti essere allineati ad un determinato modo di scrivere e di fare. Abbiamo sentito l’esigenza di recuperare i crooner italiani e gli arrangiamenti di quel periodo, che sono incredibilmente complessi. Quello che abbiamo provato a fare, è stato allontanarci dai cliché e le mode, concentrandoci su quello che ci piaceva veramente, come i dischi di Bon Iver e le produzioni Hip Hop contemporanee. Abbiamo cercato l’ispirazione dal Bon Iver più ricco di arrangiamenti e vocoder, quello da “Bon Iver, Bon Iver” in poi. Sicuramente, ci sono riferimenti anche a Kanye West, che ha ridefinito i colori di un genere e anche a Alan Walker, che è un’artista che amiamo particolarmente.