Nero Kane – Love in a Dying World
Artista: Nero Kane
Titolo: Love in a Dying World
Etichetta: American Primitive
Voto: 8/10
Ci sono giornate che scorrono senza particolari sussulti, fra una pagina vuota e qualche ascolto distratto, finché qualcosa decide di stravolgere l’agenda e rimanda a data da destinarsi, le recriminazioni di un pomeriggio poco ispirato. Un semplice tag di un collega, può bastare per essere catapultati in un mondo talmente lontano da pensarlo perduto, un mondo fatto di sabbia, serpenti e pelle bruciata dal sole.
“Love in a Dying World”, è quello che possiamo considerare un progetto assolutamente completo, che non abbraccia solo il medium musicale, ma invade anche il cinema con tutta la sua desertica intensità. L’album, infatti, compone una potente combo con l’omonimo film sperimentale diretto da Samantha Stella, girato seguendo il musicista milanese Nero Kane (al secolo Marco Mezzadri) attraverso la California più selvaggia.
Le dieci tracce del disco, trasudano una sciamanica estasi, che ben si avvicina al Morrison dei giorni migliori, con le sue ondeggianti e apocalittiche linee vocali. L’overture, è affidata a Black Crows e al suo ansiogeno incedere, che scomoda il miglior Micah P. Hinson, con uno scarno ma efficace fraseggio voce/chitarra. L’essenzialità è infatti uno dei cardini di “Love in a Dying World”, dove la voce del cantautore è accompagnata da arrangiamenti apparentemente poveri a metà fra il blues più alternativo e la psichedelia, in pieno stile Jon Spencer Blues Explosion. Because I Knew Not when my life was good, si ritaglia invece il ruolo di mattatrice dell’album, con un risvolto ossessivo, che si avvicina alle sperimentazioni Lo-Fi del Vincent Gallo di “When”.
L’opera di Kane, in sintesi, mostra un coraggio e uno spessore artistico, che raramente abbiamo visto nelle produzioni Made in Italy dell’ultimo periodo, più inclini a volare basso su stilemi già consolidati.