Omar Pedrini – Black&Tube Festival
Dopo un lungo e triste periodo di quarantena, il mondo sta tornando lentamente alla normalità e così torna anche a ruggire la musica a Varese. Giovedì 16 luglio, presso la tensotruttura dei Giardini Estensi, grazie all’organizzazione di Tube Agency, Filmstudio90 , Cantine Coopuf e Black & Blue Festival ha preso il via il ”Black&Tube Festival”.
Ad inaugurare la rassegna ci ha pensato Omar Pedrini: cantautore bresciano, ex leader dei Timoria, indimenticabile band degli anni ’90.
In apertura di serata invece i The Monkey Weather: trio ossolano di matrice prettamente Britpop che con un carisma e con una voglia di tornare sul palco non indifferente hanno “deliziato” le nostre orecchie. Già dopo i primi minuti del brano apri pista People watch me, tratto dal loro primo album “Apple Meaning” scalpitavo dalla voglia di alzarmi e ballare energicamente, tanta era la grinta trasmessa dalla band. Si passava poi a Sometimes: una dolce ballata estratta dal secondo album “ The Hodja’s Hook”.
A concludere la loro breve ma intensa performance arrivava Matilda, brano che rappresenta un cambio di stile per via dell’uso della lingua italiana nel cantato. Osservando attentamente il gruppo, mi veniva soltanto una cosa da dire: i The Monkey Weather sanno davvero stare sul palco!
Dopo un rapido cambio di strumentazione iniziava l’esibizione del protagonista della serata: Omar Pedrini. Con il suo fare poetico e trasgressivo saliva sul palco leggendo alcuni versi tratti dal suo libro “Angelo ribelle” spiegando con spiccata sensibilità l’origine del suo nome. In queste parole, il cantante ricordava anche la sua infanzia passata proprio a Varese. Accompagnato da una chitarra acustica e da una chitarra elettrica, iniziava così questo “viaggio senza vento” con le note della nostalgica Via Padana Superiore, storico brano dei Timoria.
La musica proseguiva con Mina, una canzone ispirata ad una donna segnata dalle vicende della seconda guerra mondiale. Un inno ai ricordi che solo le persone più anziane possono raccontarci. Dopo un intro delicato e sensibile, arrivava la grinta di Senza vento, canzone che rappresenta l’emblema della libertà di Pedrini. Il brano veniva interpretato così intensamente da infuocare il palco e donare ai numerosi spettatori un’emozione indimenticabile.
In un’atmosfera molto intima e poetica, Pedrini interpretava la bellissima Hey hey my my di Neil Young, idolo indiscusso del cantante, che ricorda come il rock cambia ma non muore mai.
Lo “zio rock” continuava la sua performance spaziando fra cover (Pink Floyd e Bob Marley) a brani originali.
A conclusione di scaletta arrivava Sorridimi, canzone cantata all’unisono dal pubblico, che rendeva la notte ancora più indimenticabile.
E proprio vero che con un sorriso si può cambiare il mondo.