Ornaments – Drama
Artista: Ornaments
Album: Drama
Etichetta: INRI/Tannen Records
Voto: 8,5/10
Secondo lavoro per gli Ornamentes, band strumentale post-hardcore dell’area emiliana, che pubblica il concept album “Drama”.
Il disco è liberamente ispirato alla tragedia di Eschilo “Prometeo incatenato” dove il Titano, reo di aver fatto dono agli uomini del fuoco e della speranza, viene condannato da Zeus ad essere incatenato su una rupe con il fegato eternamente divorato da un rapace.
Le otto tracce che compongono il lavoro scorrono piacevolmente facendo riecheggiare presenze importanti come Neurosis e Swans pur facendosi notare per un sound molto ben caratterizzato.
“Efesto”, la traccia che apre il disco, preannuncia la violenza della punizione divina, evocata dal suono delle catene che ci fanno immaginare un Prometeo tristemente rassegnato al suo destino.
La successiva “Prometheus” descrive il dramma dell’eroe immortale che troppo amò l’uomo in un tessuto sonoro denso di tensione e allo stesso tempo dolcezza a cui fanno da contorno i vocalizzi fra il sussurrato e il cantato di Lili Refrain. “Oceno” brilla di una voce tutta sua; in bilico fra la maestosità della melodia e la tensione di un vibrato che ciclicamente si tramuta in energia pura.
La traccia numero quattro, “Ermes”, apre un crescendo di melodia/dissonanza fra il simmetrico e il matematico, dove il basso la fa da padrone attraverso un tessuto sonoro ricco di riferimenti anni ’90.
“Aeternal” è forse il pezzo più “dilatato” e “spaziale” del lotto, dall’ambientazione al limite dell’orchestrale (grazie anche al violoncello di Daniele Rossi).
Le cose non cambiano molto con “Suneidesis”, dove l’impianto risulta similare ma più legato alla classicità del genere chitarre/basso/batteria. “Io” è come una sorta di bellissima intro alla successiva “Zeus” che conclude il lavoro assemblandosi in un raffinato intreccio a “sommare” dove le chitarre spiccano per imprevedibilità e freschezza.
Un disco promosso a pieni voti la cui unica pecca, se così la possiamo definire, è la sua lettura a mio avviso riservata principalmente agli amanti del genere.
Vincenzo Morreale