Portugnol Connection – Dans La Rue

 


Artista: Portugnol Connection

Album: Dans La Rue

Etichetta: Autoprodotto

Anno: 2014

Voto: 6.5

Vero che l’ondata gipsy/balcan/folk ce l’hanno riproposta in tutti i modi, fino alla nausea, ma devo dire che non c’è n’è mai abbastanza. Questa volta ci provano i Portugnol Connection a ridare una spinta al genere. Milanesi. Calcano i palchi con una formazione che per numero fa paura alle bande orchestrali. Musica intensa. Ci credono davvero e professano arrangiamenti che a tratti ricordano Ska-p, Gogol Bordello, Africa Unite e Carlos Santana. Il mix è eterogeneo e ha il suo perché. Questo non vuol dire che siano i nuovi fautori del genere. Ma ascoltarli lascia una sensazione di presa bene decisamente piacevole. Sono perfetti per una serata che si presta a litri di sangria accompagnati da stormi di persone che ballano in ogni maniera, anche a caso. Quando l’atmosfera è euforica non ti metti più a sparar giudizi ma ti lasci trasportare. Chi può resistere ad una prospettiva del genere? Forse solo i metallari della vecchia guardia. Ma sotto sotto, la playa buena di quest’album farebbe lanciare in mezzo alla pista ache loro. I Portugnol Connection lasciano spazio a tutto. Passano dal reggae allo ska, dalla patchanka al gipsy punk senza troppi compromessi e con un’onesta dose di credibilità. Grazie a quest’album potrebbero suonare senza problemi sopra i palchi di mezz’Italia. Tanto ovunque li mettiate staranno sempre bene (tranne che con il metallo puro, quello no, eh). Il loro muro sonoro multietnico parla dei lunedì, della strada e dei viaggi che ognuno di noi è portato a percorrere. L’ntento è di far riflettere su come stiamo diventando palloncini, sopraffatti da una società sempre più spinosa ed assillante. Un’immagine non proprio accattivante ma la musica e i testi rendono l’idea. In fin dei conti le serate a base di sangria piacciono sempre ed il risultato convince. Senza dubbio il debutto deii Portugnol Connection, gruppo che è arrivato finalista alla quindicesima edizione di “Voci Per la Libertà – una Canzone per Amnesty”, è tutt’altro che disdicevole.

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