Ride – 4 febbraio Milano Santeria

La passione retromaniaca dell’epoca odierna ha fatto sì che l’unico gruppo dell’era Shoegaze ad aver raccolto un minimo di frutti commerciali, sia tornato in pompa magna dopo anni di silenzio e si sia riappropriato con prepotenza del suo precedente ruolo di icona.

Terminati i tempi in cui Andy Bell doveva fare il turnista negli Oasis per sbarcare il lunario, i Ride sono tornati in pista dal 2015; prima con uno show in memoria dei vecchi tempi, poi riprendendo un percorso discografico che si era arenato in infelici tentativi di cavalcare l’onda Brit Pop. “This is Not a Safe Place”, secondo capitolo post reunion, è un lavoro piacevole e molto credibile, che cita poco il sound degli esordi, preferendo puntare su una formula più snella e ammiccante, con anche un certo utilizzo dell’elettronica ed un non so che di anni ’80 nelle melodie.

Dopo aver suonato quest’estate al TOdays, ritornano nel nostro paese, per un’unica data al Santeria di Milano, con risposta più che positiva da parte del pubblico (sold out a pochi minuti dall’inizio). Piacevoli ma poco significativi i Crushed Beak, ragazzini di Londra che hanno appreso la lezione degli Shoegazers dai dischi dei genitori e che suonano bene ma con ben poca personalità. I Ride mettono in piedi invece un concerto di livello, come del resto sono sempre stati bravissimi a fare. È una scaletta dove i nuovi brani e quelli del precedente “Weather Diaries” si prendono parecchio spazio (e rendono particolarmente bene) a testimonianza di un atteggiamento per nulla nostalgico, che punta molto sul presente. I vecchi classici ci sono: qui il livello si alza ma il confronto non è impietoso.

Questa band non ha mai smesso di scrivere belle canzoni, in fondo. Logico però che la bravura dell’insieme, soprattutto gli intrecci di chitarre e le cavalcate rumorose, vengano fuori soprattutto in Leaving All Behind, Vapour Trail, Seagull, Taste e altre cose così. Prestazione eccellente, rovinata un po’ da una resa sonora alquanto pasticciata.

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