Royal Bravada – S/T


Artista: Royal Bravada

Album: Selftitled

Etichetta: autoprodotto

Anno: 2014

Voto: 7.5

 

Era una sera del duemilaundici quando, all’ex-Vox Heineken di Castellanza, mi trovai di fronte al

palco che ospitò i bresciani Royal Bravada: erano in cinque, cazzutissimi e nonostante l’assenza di

pubblico fecero vibrare il locale come non mai. Anche se avevo già speso il mio deca in birre dai

nomi improbabili, mi omaggiarono ugualmente con una copia di Black Bones, il loro ep d’esordio

(in streaming su Soundcloud). Musica inebriante. Da lì in poi non avrei aspettato altro che il seguito

di quella miscela di indie-brit-rock danzereccio.

Ora sono passati tre anni e finalmente ho in cuffia il loro album d’esordio: agitarsi, saltare e

viaggiare con la testa è l’imperativo. Brani dalle batterie in levare come Thieves Friends, Round the

Corner, Hold Fast, Black Bones e l’anomala The Wolf, sono delle autentiche manate in faccia,

sostenute in gran parte da bassi distorti e pick-up a doppio humbucker. In due parole: suoni spessi.

Se sarete in casa da soli, vi metterete a ballare davanti allo specchio. Se avrete vicino un amico, non

potrete far altro che fargliele ascoltare: “Dannazione! E’ tutta roba italiana! E possiamo persino

esportarla!”. Questo grazie anche alla pronuncia british e ai testi tutt’altro che italianizzati di Alberto

Ciot, il cui apice della qualità vocale si palpa a pieno nell’acustica Dark Backyards.

L’album non è perfetto, sia ben chiaro. Per quanto gli arrangiamenti siano tutt’altro che scontati, a

volte sembrano fin troppo composti. In particolare, nel brano Drawing Circles, si ha l’impressione

di non arrivare mai al dunque. Ma si parla di minuzie, perché se già di per sé i primi trenta minuti

d’ascolto convincono, è la cover di Hey Boy Hey Girl (The Chemical Brothers) a togliere ogni

dubbio, rendendo il tutto ancora più gustoso.

Scopriremo nei prossimi mesi se i Royal Bravada hanno conservato anche l’attitudine giusta per

trascinare e far limonare la gente ai concerti. Ma non ci sarà bisogno d’indugiare troppo: la loro, è

musica che conquista.

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