Rudyard Kipling, il poeta

All’alba un mormorio corse tra gli alberi,

una lieve increspatura nella cisterna, e nell’aria

un presagio di prossima frescura – ovunque

una voce profetica nella brezza.

Balzò il sole e indorò tutta quella polvere,

e lottò per disseccare ancor più l’oziosa terra,

impotente come un re invecchiato che guerreggia

per un impero che gli si sgretola in mano.                     

L’un dopo l’altro caddero i petali del loto,

sotto l’assalto dell’anno ribelle,

ammutinato contro un cielo iracondo;

e, lontano, bisbigliò l’inverno; “È bene

che muia la rovente estate. L’ausilio è vicino,

giacché quando l’umano bisogno più stringe, io arrivo.”

È bene che muoia la rovente estate, dice Rudyard Kipling (1865-1936). Non so quanti studenti e lavoratori siano d’accordo con questa affermazione, ma così è. Settembre è un mese di inizi, l’occasione per rispettare quei fioretti fatti a gennaio e, siamo onesti, mai mantenuti. E allora che sia: lasciamo alle spalle il caldo cocente, accogliamo il freddo ristoratore e diamoci l’opportunità di ricominciare di nuovo!

In un’altra delle sue poesie, forse la più famosa, Kipling ci dà dei buoni consigli su come crescere. Se, dedicata al figlio, recita così: Se riesci a parlare con la folla e a conservarti retto,/E a camminare coi Re senza perdere il contatto con la gente,/Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,/Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;/Se riesci a occupare il minuto inesorabile/Dando valore a ogni istante che passa,/Tua è la terra e tutto ciò che è in essa,/E – quel che è più – sei un Uomo, figlio mio! Saper dosare il bene e il male e trovare l’equilibrio in ogni cosa: questo è il suggerimento di Kipling per essere persone migliori.

Pensare ma saper anche sognare, essere combattivi ma non aggressivi, cadere per rialzarsi più forti, contare sugli altri ma prima di tutto aver fiducia in se stessi, vivere intensamente ogni secondo di questa vita. Qualcosa è nascosto. Vai a cercarlo. Cerca al di là delle vette./Qualcosa è stato perso al di là delle vette. È stato perso e ti aspetta. Vai!

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