Sananda Maitreya – The Fallen Angel Tour 2019 – Live From The Ruins
Artista: Sananda Maitreya
Titolo: The Fallen Angel Tour 2019 – Live From Ruins
Etichetta: TreeHouse Publishing
Voto: 7.5/10
Nelle ultime settimane, ho iniziato a capire cosa provò Trevor Berbick nel 1986, alla fine del primo round del suo incontro con Tyson. In meno di tre minuti, l’intera impalcatura della sua esistenza crollò, lasciandolo barcollante fra le corde del ring, smarrito. Poco più di un mese fa, l’incertezza, è atterrata pesantemente sulla nostra tempia come un gancio destro, senza preavviso. Fermarsi e riconsiderare le strategie e le priorità del nostro status quo, ora non è più un lusso, ma una necessità improcrastinabile. Scegliere un album live, come punto da cui ripartire credo sia la soluzione più logica, in un contesto talmente anomalo da sembrare astratto e che ci terrà lontani dalla calca sottopalco, ancora per parecchio tempo.
Sananda Maitreya, di ripartenze, ne sa qualcosa e il suo “The Fallen Angel Tour 2019 – Live From Ruins”, è la cartolina finale di un pellegrinaggio durato trent’anni, fra Grammy Awards, sacrifici artistici e reincarnazioni. Una retrospettiva in ventitré tracce, a dipingere il ritratto di un artista errante, inquieto e mai domo, che sembra aver trovato la sua terra promessa proprio qui, nel nostro paese. L’album, raccoglie infatti il diario di bordo dell’ultimo tour di Maitreya in Italia, dove, per amore, ha spostato la sua residenza da tempo. Entrambe le vite artistiche di Sananda, si intrecciano lungo una tracklist, che accosta per la prima volta quei brani che ne consacrarono l’ascesa negli anni ’80 e la contemporanea furia creativa di un musicista, che trascende il concetto di “artista indipendente”.
Ad accompagnarlo, The Sugar Plum Pharaohs, una band che vede fra le sue fila da alcuni dei migliori musicisti della nostra Varese (Luca Pedroni alla chitarra, Marco Mengoni alla Batteria, Luca Fraula alle tastiere e Francesca Morandi al Basso), perfettamente a loro agio nel creare quella complessa mistura di Funk, Soul, R&B e Blues, che è alla base del sound di Maitreya. Non solo, l’album è impreziosito anche dalla voce di Beatrice Baldacchini, splendida interprete a cui Sananda affida i cori e dall’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana (diretta da Diego Basso), che accompagna l’artista nei brani O Divina, It’s been a long time e This town. A completare questo magnifico dipinto, c’è una gradita e sorprendente guest star: Luisa Corna, che duetta con Sananda in It’s Been A Long Time e If U Lived Here.
“Live From Ruins”, non è il semplice resoconto di tour, ma un punto fermo di una carriera da scoprire e riscoprire, che brilla di quell’inconsueto lirismo, degno di un antico poema greco.