Sandro Penna: poeta esclusivo d’amore
Al pari di un profilo conosciuto,
O meglio sconosciuto, senza pari
Fra gli altri animali, unica terra
La tua forma casuale quanto amai.
Nessuna critica alla società. Nessun elemento elitario. Vi è solo amore nelle poesie di Sandro Penna (1906-1977), così diverso dagli altri poeti del ‘900. D’altronde è lui stesso che lo ammette: Sempre fanciulli nelle mie poesie!/ Ma io non so parlare d’altre cose./ Le altre cose son tutte noiose/ io non posso cantarvi Opere Pie. Penna, omosessuale, si definisce un “poeta esclusivo d’amore”, Di quell’amor ch’è l’anima/ Dell’universo intero/ Misterioso, altero./ Croce e delizia al cor.
A chi non è mai capitato, per esempio, di innamorarsi di una persona, poi mai più rivista, su un mezzo pubblico? Eppure, quell’incontro tanto piacevole quanto breve è bastato per rallegrare una giornata iniziata con il piede sbagliato: La vita… è ricordarsi di un risveglio/ triste in un treno all’alba: aver veduto/ fuori la luce incerta: aver sentito/ nel corpo rotto la malinconia/ vergine e aspra dell’aria pungente./ Ma ricordarsi la liberazione/ improvvisa è più dolce: a me vicino/ un marinaio giovane: l’azzurro/ e il bianco della sua divisa, e fuori/ un mare tutto fresco di colore. Ad una prima lettura questa è una poesia semplice, dove non vi sono paroloni né orpelli, ma che comunque contiene tutta la concezione della vita di Penna.
La vita è dura, aspra, triste, incerta e scomoda, come spesso sono i viaggi in treno. Solo grazie all’immaginazione e al desiderio, anche erotico, si può godere di quei piccoli momenti di felicità e speranza, rappresentati dall’aitante marinaio: con la sua freschezza e i colori accesi della divisa, egli porta la mente al di là del mare.