Sebastiano Rizzato – Last Light Of Day
Artista: Sebastiano Rizzato
Titolo: Last Light Of Day
Etichetta: Autoprodotto
Voto: 7,5/10
Se devo essere sincero, questa rincorsa alla normalità a tutti i costi, non fa proprio per me. La pace idilliaca del microcosmo intagliato nel mio studio, è ben più attraente dell’estate torrida made in Varese e dell’asfalto di Via Crispi, che si scioglie sotto le scarpe. Tuttavia, il lavoro chiama e devo in qualche modo impormi di tornare ad essere quell’animale sociale, che ama distanziare il prossimo. Per fortuna, ho messo assieme un piccolo kit di sopravvivenza, che mi permetterà di evitare ogni tipo di interazione sociale non richiesta. Oltre ai presidi medici obbligatori, ho infilato in borsa il nuovo libro di Andrea Scanzi, un paio di cuffie Dr.Dre isolanti e il mio infedelissimo Smartphone, che riproduce senza sosta da giorni, l’esordio solista di Sebastiano Rizzato.
“Last Light of Day”, con il suo stile vagamente retro, è un po’ la mia “coperta di Linus” post-pandemia. Un piccolo velo sonoro, intessuto da trame familiari ed accoglienti, ma allo stesso tempo efficaci. Rizzato, archiviati i Mountains of the sun (lutto di cui porto ancora oggi i segni), riemerge con un album, che coagula elementi della tradizione 70’s e stilemi più contemporanei, in un corpus rarefatto al limite del lisergico. Nelle sette tracce che compongono l’opera, trovano posto riferimenti ai Pink Floyd di Breathe (Welcome to the 21s Century) e al periodo più controverso degli Arctic Monkeys (We Run This World), il tutto senza però scivolare nel becero citazionismo, anzi. Sebastiano rappresenta, infatti, una delle realtà più interessanti di questa gretta città e le sue estensioni compositive, trovano la giusta cifra stilistica in brani come la soffusa Magnolia e la strascicata Black Jacket Girl.
A chiusura di “Last Ligtht of Day”, troneggia The Gift Box, matronale e sognante ballad da braccia protese al cielo, che ci fa dimenticare in fretta della veniale Funny Moments e di qualche Hendrix-ismo di troppo. Rizzato si dimostra, quindi, perfettamente a suo agio nella veste di artista solista e sembra finalmente aver trovato una dimensione tutta sua, pronto a librarsi sopra il desolato panorama a cui ci siamo colpevolmente abituali.