Sick Tamburo – L’intervista di VivaMag
In occasione dell’uscita del nuovo disco della band di Pordenone VivaMag ha scambiato quattro chiacchiere con il leader e fondatore della band Gian Maria Accusani…
“Paura e l’Amore” sembra avere una marcia in più rispetto al passato. Le tematiche del disco hanno stimolato maggiormente la tua creatività?
Non credo sia una questione di tematiche perché quando scrivo cerco sempre di parlare di cose che mi colpiscono profondamente e quindi lo stimolo, da quel punto di vista, è sempre molto presente. Credo sia una questione di incastri di tante piccoli particolari che nemmeno io so identificare bene.
In Lisa ha 16 anni e Agnese non ci sta dentro molte persone potrebbero riconoscersi o riconoscere qualcuno… Quali “demoni” affrontano questi due brani?
Lisa è una ragazzina che ha passato parte della sua vita in orfanotrofio e poi è stata adottata. Agnese non ci sta dentro è invece la storia di una donna abusata da piccola che ha superato la delicata questione attraverso l’accettazione di sè stessa. Entrambe le canzoni sono il racconto un po’ romanzato di cose avvenute nella realtà.
Essendo l’autore dei testi riconosci a te stesso la maturità dei contenuti del nuovo disco?
Sono sempre stato attratto da chi sta ai margini e quindi, da sempre, parlo spesso di queste cose. Sicuramente con gli ultimi tre dischi dei Sick Tamburo la scrittura si è affinata ed è diventata più matura. Credo possa anche essere una questione legata alla maturità della persona e all’età.
Secondo te l’utilizzo così massiccio dei social aiuta o penalizza il “passaparola” quando una band promuove un disco nuovo?
Credo che aiuti sicuramente. Specie quei gruppi che diversamente non avrebbero tante altre alternative. Mi riferisco quindi sopratutto a gruppi medio piccoli. Gli artisti grossi in effetti potrebbero avere più benefici da altri canali.
Quali sono le tue preferenze musicali in questo periodo così camaleontico per quel che riguarda il panorama italiano?
Devo dire che il mio gruppo preferito rimane un gruppo che purtroppo è al momento fermo: Il Teatro Degli Orrori. Tra le novità invece mi piace molto la freschezza dei Coma Cose.
Quando componi hai una fonte di ispirazione che prediligi?
Onestamente no. Non mi sono mai ispirato in maniera conscia a qualcosa. Sicuramente l’ho fatto però involontariamente. Per quanto riguarda invece le liriche sono sempre stato attirato dal disagio e dalle situazioni difficili.
Qual è il disco che ha motivato maggiormente la tua scelta stilistica?
Non credo ce ne sia uno in particolare. Credo che il genere che ho ascoltato per tutta l’adolescenza, quindi il post punk e la new wave, sia ciò che ha influenzato la mia scrittura. Credo si senta abbastanza esplicitamente.