Sull’amore – Charles Bukowski

fare l’amore sotto il sole,
nel sole del mattino,
in una stanza d’albergo sopra il vicolo,
dove i poveracci cercano bottiglie;
fare l’amore sotto il sole
fare l’amore vicino a un tappeto più rosso del nostro sangue,
fare l’amore mentre i ragazzi vendono giornali
e Cadillac,
fare l’amore vicino a una fotografia di Parigi
e un pacchetto aperto di Chesterfield,
fare l’amore mentre altri uomini – poveri idioti –
lavorano.

304 pagine di puro amore. Beh, di quello che Charles Bukowski (1920-1994) considera amore. Non aspettatevi poesie smielate e totale devozione verso l’oggetto del proprio desiderio: sesso, passione, egoismo, narcisismo, fragilità e miseria trovano spazio in questa inedita raccolta proposta da Guanda. Chi sceglie Bukowski, si sa, sceglie una sincerità brutale, fatta di prepotenza e tenerezza, durezza e friabilità. Il sarcasmo e l’oscenità si scontrano con momenti di tenerezza e saggezza, per creare uno scenario libero da ogni retorica ed estremamente onesto.

l’ultimo relitto dondola sul mio cuscino illuminato/ dai lampioni fuori dalla finestra nella nebbia alcolica. ero figlio di un bacchettone che mi frustava quando/ il vento agitava i fili d’erba e l’occhio riusciva a/ vederli muovere e/ tu eri una/ ragazza in un convento che guardava le suore scrollare via/ la sabbia di Las Cruces dalle vesti di Dio./ tu sei/ il bouquet / di ieri così tristemente/ vilipeso. bacio i tuoi poveri/ seni mentre le mie mani cercano amore/ in questo appartamento da due soldi a Hollywood che puzza di/ pane e di gas e di miseria.

Come se questo turbinio di sensazioni non bastasse, dobbiamo ricordare che l’amore di Bukowski non si concentra su una donna o, meglio, sulle donne: egli dedica versi ai libri, alla musica, ai cavalli, e all’alcol, vero compagno di una vita, ma anche ai suoi maestri, alla figlia e al suo editore. Insomma, un miscuglio di sentimenti e personaggi vengono interpellati per scrivere e descrivere questa concezione un po’ ambigua, ma forse schietta e veritiera, che ha dell’amore.

alcuni dicono che dovremmo tenere lontano il rancore personale dalla/ poesia,/ rimanere distaccati, e c’è del vero in questo,/ ma cristo:/ dodici poesie sparite e io non conservo le copie e hai anche/ i miei/ quadri, i migliori; è opprimente:/ stai cercando di annientarmi come tutti gli altri?/ perché non ti sei presa i miei soldi? di solito li prendono/ dai pantaloni sonnolenti e ubriachi storditi nell’angolo.

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