Taured – l’intervista di VivaMag
Nell’ultimo periodo, ho avuto il piacere e la fortuna, di imbattermi in progetti interessanti e dalla forte personalità artistica. Fra questi, spiccano sicuramente i Taured, band tutta varesina, che traccia un’ideale soundtrack ai più celebri episodi inspiegabili della mitologia metropolitana. Un viaggio fra psichedelia, X-Files e atmosfere urbane, che abbiamo sviscerato in attesa del loro concerto di sabato 18 gennaio, alle Cantine Coopuf di Varese.
Sebbene il progetto sia nato da poco, Taured, ha una sua identità ben precisa. Quali sono stati gli step che hanno portato alla creazione del concept dietro la band?
Vince: Il progetto nasce poco più di
un anno fa. Già collaboravo con il resto della band in studio su un
progetto alternative che poi è stato abbandonato. Mack, Dizzo e
Jacopo sono un trio ben affiatato e mi sarebbe dispiaciuto non
suonare più con loro. Allora ho tirato “fuori dal cassetto”
questa idea che mi girava per la testa da anni ma che non avevo mai
avuto modo di sviluppare con le persone giuste. Subito tutti si sono
dimostrati entusiasta e nel giro di un paio di prove è nato il brano
“Vostock”. Da quel momento abbiamo affinato il nostro suono e
sviluppato l’idea del concept album sui misteri del pianeta terra. In
pratica nel giro pochi mesi abbiamo scelto le storie di cui parlare e
scritto e arrangiato i brani.
Ho avuto modo di ascoltare
in anteprima alcune tracce del vostro nuovo album. Ogni brano, fa
riferimento ad eventi inspiegabili e leggende metropolitane,
provenienti dai cinque continenti terrestri. Da dove nasce questa
passione per l’ignoto?
Vince: Sono sempre stato appassionato di fantascienza, telefilm e film sci-fi. Da The Twilight Zone, passando per X-Files e alle serie più o meno recenti come Fringe o Dark. Il resto sono tanti video su Youtube di storie “complottiste” che guardo sempre con grande passione e divertimento. La consapevolezza che sia tutto artefatto c’è, eccome. Ma un briciolo di “dubbio” che forse qualcosa sia davvero inspiegabile resta sempre… da qui nasce il fascino e l’attrazione per la cosa. I cinque continenti li abbiamo scelti perché ci piaceva immaginare il disco come fosse una sorta di mini-serie o una sequenza di cortometraggi legati fra loro.
In “24 Hour Party People”, il Tony Wilson interpretato da Steve Coogan, ammette che preferisce credere alle leggende, piuttosto che alla realtà. Trasportando questa idea ai giorni nostri e leggendola attraverso Taured, rispetto al passato, quanto abbiamo bisogno ogni di credere a qualcosa di diverso dalla realtà?
Vince: Le persone hanno da sempre un innato bisogno di credere. Prova a vedere quanto sia più affascinante sentir parlare un credente piuttosto che un ateo razionalista. Non importa in cosa si creda: l’importante è che sia fatto con passione e con quella convinzione che ti darebbe la forza di scalare una montagna. La verità è anche che il mondo di oggi è diventato molto più alienante che in passato e la fantasia è un buon modo per evadere il quotidiano. Non so se hai visto “Ready Player One” di Spielberg, ecco: esprime bene quello che voglio dire.
Il vostro disco d’esordio, è un concept album densamente stratificato a metà fra una soundtrack e una grande suite, quali sono i riferimenti più diretti che hanno scolpito il vostro sound?
Vince: Quello che amo del nostro suono è che “Taured” è un disco che può piacere a chi ascolta heavy rock così come a chi piace il post rock e la musica alternativa in generale. Abbiamo cercato di non fossilizzarsi sui cliché di “genere” ma abbiamo costruito la nostra identità in un modo molto preciso sebbene sia venuta fuori in modo naturale. Sicuramente ci hanno aiutato i nostri ascolti diversi e il nostro passato altrettanto differente. Ma aggiungo anche lo stacco generazionale fra di noi che ci ha aiutato a pescare sempre quello che riteniamo sia il meglio! Sui riferimenti ad altri artisti posso dirti Pelican come Russian Circles oppure Unwound, Mogwai e Baroness.
Sabato, alle cantine COOPUF, aprirete i Ronin, band storica del sottobosco indie, come vi siete preparati a questo particolare evento?
Vince: Onestamente stiamo passando questo periodo ultimando le registrazioni e i mix di “Taured” tra il Red Fish studio di Mack e lo studio di Massimo Bontempi. La scaletta è stata già rodata dal vivo lo scorso anno ma non nego che c’è sempre da parte mia una grande emozione nel tornare a calcare quel piccolo palco. E’ proprio in via De Cristoforis che ho portato i miei migliori progetti ed è in quel luogo che è cresciuta la mia passione per la musica. Credo che Varese, e non solo, debba sempre ringraziare chi negli anni con entusiasmo e (spesso) tante difficoltà ci ha voluto regalare degli show da far invidia alla metropoli lombarda.