The Inside – L’intervista di VivaMag
I The Inside sono un trio hard rock nato in provincia di Varese. VivaMag ha avuto modo di incontrarli per conoscere meglio la band e l’album d’esordio dal titolo omonimo “The inside“.
Come sono nati i “The Inside”?
Emanuele Caldara: L’idea di creare la band nasce circa tredici anni fa grazie all’incontro tra me (chitarrista e cantante) e Marco Giurintano (batteria). Diversi anni dopo si è unito al gruppo Davide Bonaventura (basso), amico di vecchia data. Con lui c’è stata finalmente la spinta definitiva per stabilire arrangiamenti, struttura e suono. Davide, essendo anche pittore e grafico, ha dato inoltre innumerevoli spunti per la creazione del logo della band e della copertina del nostro primo album.
Quali sono gli elementi che contraddistinguono il vostro stile?
Emanuele: Direi che è molto semplice… Il nostro stile è caratterizzato da atmosfere “malinconiche ed evocative”. Ma non manca mai l’aspetto più energico e diretto tipico dell’hard rock.
Chi sono invece gli artisti che influenzano maggiormente la vostra produzione musicale?
Emanuele: Gli artisti che mi hanno influenzano maggiormente sono sicuramente i chitarristi che hanno fatto la storia del rock come Jimi Hendrix, Jeff Beck, Van Halen e Satriani. Sono appassionato anche di heavy metal, hard rock, grunge e progressive rock anni ’70. Credo che questi ascolti abbiano condizionato molto il mio modo di suonare e il suono della band.
Durante questo lungo percorso artistico cosa vi ha unito umanamente e come band? E quali sono state invece le difficoltà?
Emanuele: Direi che ci hanno unito tutte le esperienze in comune come i live e la registrazione in studio. Il lavoro, chiamiamolo “intermedio”, di rifinitura e arrangiamento è stato un processo lungo e faticoso. Le difficoltà maggiori le stiamo trovando invece per quanto riguarda i live.
Marco: Il lavoro del musicista richiede sforzo costante e sacrifici. Dobbiamo spesso scendere a compromessi, soprattutto con noi stessi; è possibile dover stare lontani da casa per settimane, addirittura mesi. Eppure, non conosco un solo musicista che rinuncerebbe alla gioia di suonare!
Davide: Abbiamo incontrato qualche difficoltà sulla parte grafica per la creazione della copertina. Avendo gusti diversi, ci siamo confrontati più volte mettendo insieme le idee di ciascuno per arrivare ad un compromesso che potesse soddisfarci.
Timeless truth è il brano d’apertura del vostro album. Perché questa scelta?
Emanuele: Timeless Truth l’abbiamo scelto come brano d’apertura perchè secondo noi riesce a fondere in modo equilibrato tutti gli elementi del nostro stile. La canzone esprime un inno alla fantasia e alla forza dell’immaginazione.
Il brano Whispers sembra invece staccarsi dall’intero album presentando un sound più da “ballad”…
Emanuele: Forse perché Whispers è stato il primo brano che ho scritto in assoluto (avevo poco più di 18 anni) ed è per questo molto distante dal resto dei brani che compongono il disco.
Ci descrivereste l’album in tre parole?
Emanuele: Emozionante, profondo, energico.
Qual è stato il brano più difficile da realizzare?
Emanuele: I brani sono stati scritti tenendo conto delle nostre capacità tecniche, quindi non abbiamo trovato grandi difficoltà nel realizzarli.
Progetti per il futuro?
Stiamo lavorando a nuove canzoni. Il nuovo disco suonerà più omogeneo e diretto ma saranno comunque presenti parti più melodiche e heavy. Si avvertirà, ce lo auguriamo, la maggiore esperienza e sicurezza maturata negli ultimi anni.