Tre Allegri Ragazzi Morti – Sindacato Dei Sogni




Artista: Tre Allegri Ragazzi Morti
Album: Sindacato Dei Sogni
Voto: 7,5/10
Etichetta: La Tempesta

A distanza di tre anni tornano I Tre Allegri Ragazzi Morti. Se “Inumani”, l’album precedente, strizzava l’occhio al folk colombiano della Cumbia, la loro ultima fatica, “Sindacato Dei Sogni”, è un chiaro omaggio alla rock band The Dream Syndicate, tra i pionieri del Paisley Underground, un genere che rielabora in chiave punk-rock le suggestioni psichedeliche. Questo psych-rock rappresenta il fil rouge che collega tutte le canzoni della raccolta. In quest’ottica con Caramella si parte subito con il pedale sull’acceleratore. Si prosegue con Calamita: un ironico ritratto sonoro di un giovane di provincia raccontato con lo stile inconfondibile di Davide Toffolo. C’era un ragazzo che come me non assomigliava a nessuno è un inno a seguire la propria strada in cui spicca l’incontenibile sax del jazzista Francesco Bearzatti. In AAA Cercasi ci si sposta verso sonorità alla east coast americana con un caldo riff di armonica a bocca che ben si sposa con la chitarra slide di Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion). Si arriva al giro di boa con la poetica Accovacciata gigante per raggiungere, poco dopo, l’apice di questa pubblicazione con Bengala, una struggente ballata folk-rock che ha la stoffa per diventare uno dei classici da cantare a squarciagola ai concerti. In Mi capirai (solo da morto) emerge maggiormente la vena ironica che da sempre caratterizza lo stile della band. Seguono la toccante Difendere i mostri dalle persone e Non ci provare, una ballata dai toni scanzonati che racconta la paura che cresce in chi non tollera la diversità. Chiude la raccolta Una ceramica italiana persa in California. La canzone manifesto di questo lavoro, nonché la più ambiziosa, perché con i suoi dodici minuti spinge il sound della band verso sonorità totalmente inesplorate che rimandano a band come Neu! e Kraftwerk. Questo lavoro celebra i venticinque anni di carriera del trio di Pordenone e conferma i TARM tra le band più interessanti dell’attuale scena musicale indipendente italiana.

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