Woodoo Fest – Il live report della terza giornata
Il Woodoo Fest di Cassano Magnago (VA) è molto più che un semplice festival nel bosco, è un posto magico in cui tutto può accadere, come vedere Massimo Pericolo e Franco 126 esibirsi sullo stesso palco. Ed è anche un po’ come pensare che sono solo quattro le presenze femminili all’interno della line up dell’intero festival, e a noi vedere questo squilibrio spezza il cuore.
Tocca ai fiorentini Handlogic, unica band che si esibisce nella serata di venerdì, scaldare i primi spaesati cuori accorsi nel bosco. E quanto avremmo voluto che scaldassero anche i nostri, arrivati sul posto in ritardo a causa di tremende code in tangenziale, ma giusto in tempo per ascoltare l’ultimo brano e lasciarsi conquistare. E per quel poco che abbiamo visto, li promuoviamo a pieni voti!
“Il silenzio fa ribrezzo”, ma non se sul palco c’è Biro, che di sicuro sa cosa significa essere “in coda da mezz’ora in tangenziale”, ma nonostante condivida la nostra frustrazione non riesce a convincerci. Non si applica, ma non sappiamo quali sarebbero i risultati se lo facesse. Pensiamo comunque di poter vivere senza averne la minima idea.
Vorremmo frenare il nostro istinto che ci porta a scrivere che Dola fa rima con sola, ma se state leggendo queste righe avrete capito che abbiamo fallito miseramente. Nuovo membro della famiglia Undamento, l’etichetta che ha portato al successo Coez e Frah Quintale, sembra non avere la sensibilità pop dei suddetti. In inglese diremmo che sta “trying too hard”, ma nella connotazione più negativa della frase.
Sta per scendere il sole e il bosco si prepara ad accogliere il buio, lo fa insieme a Venerus, scrittore e compositore di base a Roma che con le sue note dreamy jazz ed elettroniche porta una ventata d’aria fresca ad una serata troppo afosa. Il piano e il sax richiamano alla mente scenari paradisiaci, peccato le vacanze non siano ancora così vicine. Il novello Blood Orange italiano verrebbe promosso a pieni voti se solo facesse una netta distinzione tra italiano e inglese, senza mischiarne gli accenti.
“Ieri cantavi ‘Contessa’ in piazza durante i cortei popolari, oggi se canti Contessa probabilmente si tratta di un pezzo de I Cani”, così il cantauto-rapper veneto Dutch Nazari dipinge un quadro chiarissimo della società di oggi, che “più che il cielo guarda il dito che lo indica”, troppo intenta ad immortalare i momenti piuttosto che sentirli sulla pelle. Dopo il successo del suo album “Ce lo chiede l’Europa”, Dutch è partito per un lungo tour europeo (in Italia) che lo ha portato fin qui, al cospetto di un pubblico diviso tra chi limona duro sui suoi pezzi più romantici come “L’Europa” e chi, invece, aspetta il teen idol del momento Massimo Pericolo. Cori che quasi manco allo stadio (e balletti imbarazzanti della sottoscritta, Alexa) per “Tutte Le Direzioni” e “Guarda Mamma Senza Money”, brani che profumano d’estate tutto l’anno e che sarebbero capaci di farti sentire come a un falò sulla spiaggia anche con -27°. Insomma “Tutti quanti bravi”, ma anche il buon Dutch, solo cuori per lui.
Ma Duccio, che fine hanno fatto Samantha e Marcello? Si amano ancora?
Ed eccoci con il punto forte della serata, la crème de la crème, la ciliegina sulla torta, il momento che tutti stavano aspettando. Sale sul palco Massimo Pericolo e la folla di teenager lo acclama a gran voce. A sto giro il rapper varesino gioca in casa e si vede: è sold out. Il live si apre con una citazione al Fantabosco (embè siamo al Woodoo), ma i fan quindicenni non la capiscono (vorremmo anche vedere). Ad un certo punto invita sul palco il suo parrucchiere che da lungo tempo non si prende cura della sua chioma a causa dei numerosissimi impegni dell’artista. Indossa infatti delle orecchie da gattina come copricapo perché il parrucchiere di turno gli ha tagliato male i capelli. Dopo un pogo degno dei migliori concerti metal, Massimo Pericolo invita i suoi fan a scambiarsi un abbraccio, una sorta di segno di pace…noi in quel momento ci stavamo godendo una pizza fritta, l’eucarestia di questa messa perversa. In ogni canzone Massimo Pericolo sembra ripetere in continuazione il suo nome d’arte, come a convincersi che sì, lui è veramente un pericolo. A noi sembra solo un bravo ragazzo, uno di quelli che sanno fare bene il proprio lavoro. “Voglio fare i miliardi” – e se Massimo Pericolo ci riuscirà, ahimè, avremo solo da imparare.
Ahò Massimo, dacce ‘er numero der parrucchiere tuo, che qui c’abbiamo bisogno pure noi de ‘n tajo nuovo.
La bromance con Carl Brave è finita un annetto fa, ma Franco126 sembra non essersi ancora ripreso del tutto. E noi, che di cuori spezzati ce ne intendiamo, lo capiamo benissimo. La sua performance è malinconica, le sue sonorità nostalgiche, insomma ci è quasi venuta voglia di richiamare il fidanzatino delle medie. Stiamo “bestemmiando da due ore contro il palco”, perché cheers Franco, anche se le birre le hai offerte solo agli amichetti della transenna, e noi eravamo troppo lontane anche solo per sentirne il profumo. Il pubblico però sembra apprezzare la performance del nostro che con “Parole Crociate” avvolge tutti in un tenero abbraccio, accompagnato dalla finta magia delle torce dei telefoni. Per noi comunque “sembra un film finito male, male, male”.
Tutto molto bello ma c’è una domanda che ci lacera l’anima da venerdì sera: che fine ha fatto Frah Quintale? Accorso probabilmente per sostenere Dutch, non lo abbiamo mai visto salire sul palco. Sta bene? Sarà tornato a casa sano e salvo? Se ci leggi caro Frah facci sapere, siamo in pensiero per te.
“L’unico fatto certo è che incerto è il destino”, come quello di una progster e una pop punk kid che si sono magicamente ritrovate immerse in questo bosco di indie italiano che è stato il Woodoo Fest. See you next year!
Noemi Bolis & Alexa Damanti