Younger and Better – Savana
Artista: Younger And Better
Titolo: Savana
Etichetta: La Fabbrica
Voto: 7/10
Tendenzialmente mi reputo molto selettivo, erroneamente chiuso verso le new entry, come se la musica ormai non avesse più nessun insegnamento imprescindibile. Nessuna originalità. Ormai è stato fatto tutto. Probabilmente è un’affermazione veritiera, ma tendenzialmente l’ordine può essere sovvertito e ripartire da zero. Savana è il disco d’esordio dei milanesi Younger and Better; un disco che trascinerebbe come un fiume in piena tutti i pregiudizi, nei confronti di un “genere” (l’elettronica) trito e sviscerato. Il brano d’apertura (che è anche il titolo dell’album) sembra invitarci gentilmente ad attraversare un territorio a noi sconosciuto. Savana diviene un passepartout, un accesso verso qualcosa di ignoto, ma non per questo meno affascinante. Forti i riferimenti; scontate le somiglianze, gli stili. Ma non siamo qui per paragonare le opere dei grandi nomi, rischiando di svilirne l’eccentrica teatralità. C’è un lavoro ben fatto, ci sono dei ragazzi capaci di trasmettere pathos, e credo basti per affermarsi nella selvaggia giungla, sempre più popolata di cloni difettosi. Track 3 colpisce immediatamente, come il loop introduttivo, elaborato, fisso. L’elettronica immerge tutto quello che tocca, ma in questo brano i riff della chitarra sono dirompenti, portandomi più volte verso il tasto “repeat”. L’intro di Baobab, pulito, scevro da condizionamenti referenziali accarezza dolcemente le coste britanniche, emancipando un britpop che accompagna la (mia) memoria verso il miglior Richard Ashcroft. Come passi felpati, attutiti dalla neve nel torpore della solitudine, All you need richiama un ritmo pacato, come se il mondo fosse completamente silenzioso. Pace. Storie frastornate, coerentemente suggellate da paure, sferzate taglienti, ma colme di talentuosa meraviglia, propria di chi sogna in grande.
Melo Sarnicola